sabato 1 marzo 2014

Pubblico

Francesca ha commentato il post di ieri, sul "buco" nei bilanci romani, con la sconsolata constatazione che non vi sono strutture pubbliche che non siano fallimentari. Merita qualche riflessione : la prima è che il pubblico è pubblico mentre le situazioni di molte strutture private non sono note almeno fino a quando non portano i libri in tribunale. Ma questo non è il punto, mentre è, ahimè evidente, che le strutture pubbliche sono spessissimo un concentrato di sprechi che inevitabilmente prima o poi andranno "pagati". Eppure se ci guardiamo in giro (nel mondo) si scoprono situazioni, direi interessanti. Cito due esempi : il Giappone il cui indebitamento è doppio della Grecia, oppure la Danimarca i cui cittadini sono tra i più indebitati del pianeta (un po' come gli islandesi ma i danesi sono già oltre 5 milioni quindi l'affare si ingrossa). Parliamo di paesi con notevolissimo senso civico eppure non riescono ad evitare la "trappola" dell'indebitamento. Perchè oggi questa è la regola. Tutti i paesi sono indebitati e parecchio pure. Anche l'operosa Germania ha un deficit oltre l'80% ed in questi giorni ha anche ottenuto il dubbio primato di essere il paese europeo con la maggior differenza tra ricchi e poveri. Questo è il nuovo ordine mondiale : una casta di ricchi che dominca una moltitudine di schiavi, le cui catene sono i debiti contratti. Certo noi italiani, con la "furbizia" che ci contraddistingue abbiamo indebitato lo stato a dismisura, dimenticando che lo stato siamo noi e quando ci chiederanno il conto non potremo dire che il debito è stato fatto a nostra...insaputa.

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