Francesca ha commentato il post di ieri, sul "buco" nei bilanci romani, con la sconsolata constatazione che non vi sono strutture pubbliche che non siano fallimentari. Merita qualche riflessione : la prima è che il pubblico è pubblico mentre le situazioni di molte strutture private non sono note almeno fino a quando non portano i libri in tribunale. Ma questo non è il punto, mentre è, ahimè evidente, che le strutture pubbliche sono spessissimo un concentrato di sprechi che inevitabilmente prima o poi andranno "pagati". Eppure se ci guardiamo in giro (nel mondo) si scoprono situazioni, direi interessanti. Cito due esempi : il Giappone il cui indebitamento è doppio della Grecia, oppure la Danimarca i cui cittadini sono tra i più indebitati del pianeta (un po' come gli islandesi ma i danesi sono già oltre 5 milioni quindi l'affare si ingrossa). Parliamo di paesi con notevolissimo senso civico eppure non riescono ad evitare la "trappola" dell'indebitamento. Perchè oggi questa è la regola. Tutti i paesi sono indebitati e parecchio pure. Anche l'operosa Germania ha un deficit oltre l'80% ed in questi giorni ha anche ottenuto il dubbio primato di essere il paese europeo con la maggior differenza tra ricchi e poveri. Questo è il nuovo ordine mondiale : una casta di ricchi che dominca una moltitudine di schiavi, le cui catene sono i debiti contratti. Certo noi italiani, con la "furbizia" che ci contraddistingue abbiamo indebitato lo stato a dismisura, dimenticando che lo stato siamo noi e quando ci chiederanno il conto non potremo dire che il debito è stato fatto a nostra...insaputa.
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