martedì 31 gennaio 2017

Canada

Purtroppo sembra che la simpatica immagine di cui sopra nasconda una realtà ben diversa dello sterminato paese nord americano, il Canada. La sempre attiva amica Francesca mi segnalava questo reportage de "L'Espresso". Piuttosto lungo ma raggelante (e parlando di Canada mi sembra un aggettivo appropriato). In pratica là non esiste il reato di associazione mafiosa per cui un boss mafioso (e italiano) non verrà mai estradato. Quindi questi loschi figuri se ne stanno nelle loro casette tipicamente americane e si fanno i fattacci propri. Poi qualche piccola disputa con altri loro compari può degenerare ed ecco che volano le pallottole. Davvero questa descrizione dei dintorni di Toronto sembra una sceneggiatura di un mafia movie ma temo che non siamo troppo lontani dalla realtà. Il problema è la solita lente mediatica che non ci racconta quasi del nulla di quel paese che per molti versi è una sorta di America meno estrema ma con la quale condivide tutta una serie di "patologie". Compresa quella di una certa facilità alla circolazione delle armi, fatto di cui abbiamo avuto una drammatica testimonianza nel recentissimo attacco alla moschea di Quebec City (vedi). Città di cui personalmente non so nulla ma evidentemente vi striscia qualche forte risentimento anti islamico visto che giusto l'estate scorsa era stata lasciata una testa di maiale contro il centro culturale. Si può pensare a "semplici" gesti isolati ma ho paura che vi sia un maggiore "spessore" del problema.

domenica 29 gennaio 2017

Abba

L'amica Francesca mi segnalava (è passato un po' di tempo ma non è rilevante) questo articolo de "Repubblica". Partendo proprio dalla foto di apertura ho scoperto che si rifaceva ad un analogo articolo del "New York Times" (di un anno prima). Se non riuscite a leggere bene la foto spiego che si tratta della cassa del museo degli Abba, un "cashless museum", ossia un posto (un museo) dove non si può pagare in contanti. Certo che vi è (forse) una sottile ironia considerato che è il museo di un gruppo musicale che annovera tra i suoi successi "Money, money". Ma come si legge nell'articolo oggi il "giro" d'affari eseguito tramite contanti è solo il 2% in Svezia, contro il 7.7% degli Stati Uniti e il 10% della UE (dove credo esistano profonde differenze tra i vari paesi). L'articolista di "Repubblica" narrava con tono sognante di ben 4 giorni passati a Stoccolma senza usare un solo "nichelino". E anche io sogno un'altro mondo, un mondo dove le banche perdano molto della loro importanza (importanza degna delle cosche mafiose) perché l'esempio della Svezia è quello dove non si paga usando solo carte di credito e bancomat ma anche sistemi basati sullo scambio diretto tra utenti. Si chiamano "Swish", "Seqr" oltre alla ben nota "PayPal". Posso ben immaginare la notevole resistenza che opporrà il sistema bancario ma credo che sarà come per le Google car, la strada è quella. Ma attenzione a sognare ad occhi aperti come sto facendo io, perché nella nostra penisola tutto questo è di là da venire. Questi sistemi "alternativi" (alle banche ed al contante) sono comunque tracciabili quindi in un paese con una parte (rilevante) della economia in nero come il nostro ci sono davvero molti ostacoli. Ma come ho già detto dobbiamo decidere se vogliamo essere la punta nord dell'Africa o quella Sud dell'Europa.

sabato 28 gennaio 2017

Toghe

L'indipendenza della magistratura è di certo uno dei capisaldi della democrazia e va quindi difesa anche con qualche mal di pancia. Ha quindi ragione Pier Camillo Davigo quando la difende (vedi) anche se sulla questione della modifica della età pensionabilee si ha l'impressione che questi magistrati non vogliano essere sottoposti ad alcun vincolo. Ma una cosa vorrei chiedere alle toghei : non vi pare di intervenire anche troppo nella attività di governo e parlamento? Il riferimento è ovvio alla recente sentenza della consulta che ha pesantemente modificato la legge elettorale (relativa alla Camera, quella del Senato era già stata affossata dal referendum), senza neppure citare i limiti imposti alla riforma Madia della pubblica amministrazione (quella per intenderci che cerca di mettere fine a certi comportamenti vergognosi dei dipendenti statali). Capisco che ormai il sistema legislativo è un groviglio davvero inestricabile, ma allora le tanto attese riforme chi le fa ? La Consulta? E chi sono di grazia costoro? Gente non certo eletta da nessuno, e i cui credo politici ci sono completamente ignoti, e non ci vengano a dire che "loro" sono al di fuori della politica. E già che ci siamo vorrei un altro chiarimento : recentemente a Milano si è tenuta una manifestazione di Forza Nuova. Ora tutte le formazioni politiche hanno diritto a manifestare ma mi sembra di ricordare che per due volte Forza Nuova è stata dichiarata fuori legge ma evidentemente qualche tribunale permette loro di presentarsi pure alla elezioni, quindi?

giovedì 26 gennaio 2017

Italie

No, non è un errore di battitura (e neppure un francesismo) ma una domanda : quante Italie esistono? Credo almeno un paio ma forse molto di più (senza arrivare alla affermazione limite che esistono 58 milioni di Italie). Vediamo un po' : pochi giorni fa sarebbe stato il compleanno di Giulio Regeni. Il destino talvolta gioca con noi mortali per cui il 15 gennaio Giulio avrebbe compiuto 29 anni ma il 25 gennaio è passato giusto un anno dalla sua uccisione (vedi). Vi sono state un tot di manifestazioni compresa quella che ha visto "protagonista" il Pirellone di Milano che ha usato la sua facciata per chiedere che finalmente sia fatta luce su questo caso (vedi). Però in questi stessi giorni è "girata" anche questa notizia : cresce il turismo italiano in Egitto (vedi)! E neppure di una cifretta : a dicembre un bel più 19%, quelle famose "two digits growth" che tanto piacciono agli analisti finanziari. Quindi va tutto bene tra noi ed il paese dei Faraoni? Evidentemente una settimana "all inclusive" sul Mar Rosso val bene la vita di un ragazzo. Anzi più di uno avrà anche pensato che se non faceva tutte quelle domande era ancora vivo nell'applicazione più "scientifica" del motto di Razzi/Crozza : "fatti i cazzi tuoi". Buone vacanze.

lunedì 23 gennaio 2017

Charlie

Ancora tu, Charlie Hebdo, ad infiammare gli animi italioti con l'ennesima vignetta dal gusto estremamente "discutibile" (ma vi esorto a cercare le vignette che hanno disegnato sulla strage di Nizza, diciamo per "par condicio"). Ho già espresso la mia opinione, il settimanale francese fa il suo mestiere e ognuno è libero di contestarlo e sopra tutto di non leggerlo. Alla fine non è che uno dei tanti imbecilli (Eco aveva ragione da vendere, pace all'anima sua) che può esprimere la sua opinione. Rammento che il "precedente" casus belli con Charlie Hebdo lo avevamo avuto in occasione del sisma. Anche lì grandi polemiche ma vorrei ricordare che qualcuno (italiano) aveva scritto che il sisma era una punizione per la gente di Amatrice rea di propugnare il consumo di carne. Quindi tutti quelli che si sono subito affrettati a indossare una maglietta con scritto "Je suis Charlie" che fine hanno fatto? Magari sono proprio quelli che oggi tuonano contro quel giornale. Ripeto per me la redazione di Charlie Hebdo può andare a quel paese e non credo che il mondo perda una voce importante, ma attenzione a fare i fustigatori perché adesso si scopre che esisteva una segnalazione di pericolo che è stata bellamente ignorata da un dirigente della prefettura di Pescara che pare l'abbia bollata come una "bufala". Siamo nella commedia o nella tragedia?

domenica 22 gennaio 2017

Trump

Ero molto indeciso sulla opportunità (o meno) di fare un post sul POTUS, Donald Trump, vista la miriade di persone (moltissime assai più titolate di me) che si erano già cimentate, ma poi ho letto questo post all'interno de "Il Fatto Quotidiano". Sono di fatto in accordo con quanto scrive l'autore (quindi perché fare un mio post?) tranne che per una frase (scritta in neretto quindi qualcosa vorrà pur dire) : "miliardario con il culto del profitto". La parola scritta (al di là degli effetti grafici vedi il neretto) non riesce ad esprimente i toni ma immagino benissimo che vi sia un tono di sufficienza in quella frase. Peccato che l'autore non si renda conto che il profitto è nel DNA degli americani, solo qualche "radical" contesta il profitto ma il sogno americano è imbevuto di profitto e la recente classifica degli 8 uomini più ricchi del mondo annovera ben 6 nati sotto la bandiera a stelle e strisce. Quindi evitiamo questi commenti, anzi preoccupiamoci del fatto che se il fonato Trump dovesse riuscire nel suo intento di creare (ulteriore) ricchezza tra 4 anni lo rivoteranno eccome.
Ps eviterei anche il tono di sufficienza per un altro motivo : noi a parole non siamo così schiavi del profitto ovverosia a noi interessano solo i soldi e non ci poniamo neppure il problema di guadagnarli ma solo di arraffarli. Ho parlato giusto ieri del fratello di Alfano, ma vorrei ricordare che ogni giorno scopriamo furbi del cartellino, appalti gonfiati, evasioni fiscali che si perpetrano da anni. Insomma Trump temo sarà una catastrofe per tutta una serie di motivi ma non siamo noi (italiani) a poter fare lezioni di morale.

sabato 21 gennaio 2017

Aiuti

Visto il periodo (leggi insediamento di Trump) voglio essere un po' scorretto anch'io. Penso alla UE che giustamente ci ha ripresi (e fosse la prima volta) sul bilancio dello stato italiano che poveraccio deve mantenere degli idioti come il fratello di Alfano (peccato lo faccia con uno stipendio da dirigente). Hanno ragione sulla accoglienza ai migranti anche se qui qualche distinguo è necessario. Speriamo che si ricordino di coda è successo nel centro Italia con il suo carico di danni e morti. E spero proprio che si possa usare il passato perché nessun esperto può dirci se questa attività sismica è davvero terminata. Speriamo che la UE si comporti come la U della sua sigla significa : unione.

giovedì 19 gennaio 2017

Tarantino

Premetto subito che non parliamo di cinema, oltre tutto si tratta di un regista per il quale nutro un rapporto di odio amore. Ma non posso che inchinarmi dinnanzi alla sua "lungimiranza" per aver intitolato il suo ultimo (alla data) film : "The hateful eight". Titolo che sarebbe stato perfetto anche per questo articolo di AGI. Parla del rapporto di Oxfam che ha stilato la classifica dei paperoni mondiali e dalla quale si evince che i primi 8 possiedono la metà della ricchezza del pianeta! Come si direbbe : in soldoni questi 8 valgono oltre 3 miliardi e mezzo dei più poveri. Altri che uno vale uno. Ne ho già parlato ed hanno un bel dire certi economisti (buoni anche quelli peraltro) che questa distribuzione anomala (e perché poi?) non funziona, i numeri sembrano dire il contrario ed è ormai acclarato che la gente è disposta a rinunciare a tutta una serie di diritti civili / sociali per l'ultimo smartphone. Ma torniamo ai nostri odiosi (e odiati) 8, è giusto odiarli? Molti di loro cercano di dare un immagine positiva o almeno filantropica, alcuni rappresentano il trionfo dell'uomo comune come Gates, Bezos e soprattutto Zuckerberg, ma c'è uno che mi sta "simpatico" Ortega. Dico subito che non possiedo nessuna azione di Zara e neppure sono un loro cliente ma di questa élite lui è l'unico che produce qualcosa mentre gli altri sono di fatto fornitori di servizi. Chiamatemi pure nostalgico ma se vi fate un giro su www.statista.com scoprirete che Facebook (Zuckerberg) ha 13 mila dipendenti mentre Inditex (Ortega) 124 mila. Continuate a chiamarmi nostalgico ma forse la prossima volta che leggerete che la UE vuol tassare i "big" della Silicon Valley ripensate a questi numeri.

domenica 15 gennaio 2017

Anche no

Ho trovato questo articolo sulla versione online de "L'espresso" dal significativo titolo "Roma affonda? Portiamo la capitale a Milano". Riporta la firma di Raffaele Simone che risulta nato a Lecce (vedi) ma pare conoscere bene sia Roma che Milano. L'articolo è davvero cattivo nei confronti della nostra capitale ed elenca alcuni punti davvero raggelanti come il fatto che a Roma non vi siano impianti sportivi comunali, oppure che non esista forma di mecenatismo per cui manca una Fondazione Caltagirone da contrapporre alle fondazioni Prada o Feltrinelli. Davvero è un po' sparare sulla Croce Rossa ma è un dato di fatto la situazione di grave crisi in cui versa Roma (principalmente a causa dei suoi abitanti). Peccato che la soluzione proposta dallo studioso, portare la capitale a Milano, mi convinca poco. In primis perché il potere si porta appresso una dose non indifferente di corruzione e qui a Milano dopo Formigoni e compagnia cantante non ne abbiamo bisogno di altra. Ma passando a motivazioni più "pratiche" non mi risulta che in Italia si prevista né la pena di morte, né l'esilio quindi cosa faremmo di tutta quella "simpatica" massa di statali che affollano i ministeri e quant'altro? Dovremmo mantenerli tutti per non fare nulla, mentre adesso li manteniamo (per buona parte) per fare poco. Che cerchino di trovare le risorse "etiche" per far funzionare meglio la loro città, i romani, aiutati dalla bellezza unica di Roma. Non saprei però, se una figura cosi impalpabile come Virginia Raggi possa essere la soluzione visto che ha accusato il governo della morte di un barbone romano. Già che c'era poteva accusare quelli di Bolzano.

sabato 14 gennaio 2017

Memoria

Direi che il buon Luca Cordero di Montezemolo ha davvero buone ragioni per mettersi le mani nei capelli. Non certo economiche visto che il suo c..o è sicuramente al caldo, no credo che si stia preoccupando della sua recente perdita di memoria (e cosa credevate che si preoccupasse di qualche centinaio di persone licenziate?). La vicenda è raccontata benissimo in questo articolo della agenzia AGI. Già il titolo dice molto : "Montezemolo su Alitalia (chiamiamola ancora così) ha la memoria corta". Chiaramente il titolo è una risposta alla recente affermazione del nostro Luca : "il governo non ha messo una lira"! Ora mi rendo conto che a quasi 70 anni si fa fatica ad abituarsi ai nuovi strumenti ma da oltre un decennio abbiamo adottato l'Euro caro Luca, ma il vero punto è che di soldi, lo stato italiano, ce ne ha messi eccome; basterebbe solo rammentare che uno degli azionisti sono le Poste. Comunque nel suo discorso del 12 gennaio, il nostro Luca non ha invece scordato una cosa importante : che l'Alitalia non è più una compagnia di bandiera, questo significa che certe tratte verranno semplicemente tagliate non essendoci più alcun obbligo "politico" di mantenerle. Intanto si parla di un miliardo di Euro (o va bene anche un miliardo di lire Luca?) per salvare la baracca che si aggiunge a quanto già speso. Poi non stupiamoci che anche l'ultima compagnia di rating ci abbia declassato.

giovedì 12 gennaio 2017

Catone

Sono accusato da mia moglie di essere ripetitivo ma vorrei ricordare la figura di Catone, il censore. Alla fine di ogni discorso tenuto al Senato, il nostro Marco Porcio pronunciava la celeberrima frase : "Carthago delenda est" (vedi). E alla fine Cartagine fu distrutta anche se lui non fece in tempo a vederlo per una manciata di anni. Una delle mie "Cartagine" sono i negozi con le porte aperte. Ma forse ho trovato un "sodale" in Luca De Vito, giornalista di "Repubblica". Sulla sezione Milano del sito ha recentemente scritto sui negozi che, pur con delle temperature prossime allo zero, tengono bellamente le porte aperte. E non mi vengano a raccontare di lame di aria calda che fanno da barriera. Ovvio che qualcosa fanno ma basta passare davanti ad una di queste porte per rendersi conto che comunque la fisica ha le sue leggi e vi è una dispersione che con gradienti di oltre 20 gradi non è certo irrisoria. Non voglio ripetere che comunque ci faranno pagare anche la bolletta energetica e che basterebbe davvero poco (leggasi boicottaggio) per far cambiare idea a questi geni del marketing. No, vorrei chiedere ai miei concittadini (ma il problema non è ahimè solo meneghino) come mai questo fatto non sembra costituire un problema. Ogni inverno Milano soffoca nello smog prodotto per la maggior parte dai riscaldamenti. Si limitano i gradi negli edifici, si blocca la circolazione (provvedimento alquanto debole in termini di efficacia) ma si tengono le porte aperte! Alla fine sono i nostri polmoni che ci vanno di mezzo, eppure mentre per il fumo (passivo) siamo stati davvero bravi su questo punto proprio non ci arriviamo.

martedì 10 gennaio 2017

Son tutti

Anche se la nevicata che ha colpito Istanbul non è minimamente paragonabile a quella della foto, si è trattato di un evento eccezionale, anche in virtù del fatto che la città turca non è avvezza a simili precipitazioni. Logico quindi che ci siano dei disagi compresi (e non solo) quelli negli aeroporti. Qualche centinaio di nostri concittadini sono rimasti bloccati negli scali di Istanbul ed è scoppiata la polemica! Evidentemente non si tratta esattamente di cervelli in fuga visto che non sanno (forse) che anche i potentissimi Stati Uniti d'America vengono (spesso) messi in ginocchio da tempeste di neve. Oltre un certo punto non vi è tecnologia che tenga, gli aerei non decollano. Ma è comprensibile che dopo qualche giorno gli animi siano esasperati ma certe affermazioni non andrebbero fatte. Ed eccoci arrivare al titolo del post : come riporta "La Stampa" tra i bloccati vi è l'avvocato Pina Biagini la quale afferma di avere "tantissima paura perché la Turchia è un luogo di attentati e poco tempo fa proprio nell'aeroporto in cui si trova, i terroristi hanno massacrato dei pendolari come loro"! Ora il troppo è troppo. Primo la stragrande maggioranza dei "bloccati" sono turisti e non pendolari ossia persone mosse da motivazioni ben diverse. Ma la chicca è il riferimento agli attentati terroristici che hanno insanguinato la Turchia in tempi assolutamente recenti. Recenti ma credo proprio anteriori a quando la signora ha prenotato i suoi voli. Quindi, cara signora, quando si è trattato di passare per uno scalo turco risparmiando qualche decina di euro che cosa ha pensato? Ha fatto un sofisticato calcolo delle probabilità da cui si evinceva che per qualche ora il rischio era nullo, ma starci per giorni diventava pericoloso? Non voglio neppure parlare dell'aspetto etico di dare soldi ai turchi, ossia ad un regime come quello di Erdogan che ha parole tutti contestiamo ma poi basta una tariffa aerea più conveniente per dimenticare. Son tutti ....

domenica 8 gennaio 2017

Iphone

Domani, 9 gennaio, ricorre il decimo anniversario della "nascita" dell'Iphone. Vi era ancora Steve Jobs alla Apple e George W. Bush alla Casa Bianca. Non voglio neppure accennare a quanto quella "device" con le sue app ci ha cambiato la vita, lo vediamo tutti i giorni da soli. No, quello che voglio far notare è che sono passati solo 10 anni. Meno di mezza generazione eppure se vediamo un film degli anni "zero" già la mancanza dei cellulari evoluti, gli "smartphone", ci catapulta in un mondo che sentiamo già lontano. E ripeto in soli 10 anni. Credo che nessuno scrittore di fantascienza abbia (se non in tempi recenti) ipotizzato uno scenario come l'attuale ed  questo punto la domanda che si pone imperiosa è : tra dieci anni cosa avremo? Oggi si parla molto di IOT (internet of things) e sotto questa sigla si raccolgono tutta una serie di oggetti come automobili e frigoriferi destinati a diventare connessi e "smart". Sembra che il futuro più che portarci nuovi oggetti trasformerà gli attuali. Essendo nell'era del post dove non si inventa nulla ma tutto si cita e ricicla ci può stare ma io voglio sempre pensare (o sperare) che in qualche garage della assolata California qualche ragazzino (forse un po' nerd) stia inventando qualcosa che ci cambierà la vita.

sabato 7 gennaio 2017

Medico

Non è un secondo post sulle categorie professionali "dimenticate" ma il riferimento ad un proverbio (che a me piacciono molto) : "il medico pietoso fa la piaga verminosa". Oggi questo detto andrebbe un po' rivisto ma mi è invece sembrato perfettamente applicabile alla situazione della nostra (ex) compagnia aerea di bandiera, ebbene si proprio l'Alitalia. Non fatemi ripercorrere tutta la storia (ormai sconfinata nella tragedia) ma basti dire che dopo un quasi tracollo subentrarono i "capitani coraggiosi" (tra cui l'ineffabile Luca Cordero) e la compagnia andò (ove possibile) anche peggio, poi sono arrivati i "nostri" ossia gli arabi (tanto abbiamo lo stesso dio, il denaro) e nonostante le nuove divise la compagnia continua ad affondare (e fortuna che non sono navi) per cui sul finire dello scorso 2016 è stato presentato il nuovo, ennesimo, piano industriale (modi McKinsey per dire tagli). Come riferisce "Repubblica" le misure previste sono il taglio della linea Roma - Malpensa (aspettiamo Salvini con una felpa con scritto "Fly Malpensa") e il congelamento degli scatti per 3800 dipendenti. Stranamente il quotidiano romano non parla di tagli (forse perché sa bene che riguardano per la maggior parte proprio i romani?) ma la torinese "Stampa" parla di esuberi che vanno da 600 a 2000 unità. Vale la pena di ricordare che Alitalia impiega quasi 27000 persone cifra molto vicina a quella della Fiat (pardon FCA). E qui arriviamo al proverbio, forse è giunto il momento di qualche scelta dolorosa ma necessaria per evitare di trascinare tutta la compagnia nel baratro. Ovvio che in un ridimensionamento violento (ossia ben maggiore di quello ipotizzato da "La Stampa") vi saranno delle iniquità ma l'alternativa sarebbe una ingiustizia per tutti i 27000 impiegati. Salvo i soliti raccomandati ma questi cascano sempre in piedi facciamocene una ragione mentre per gli altri dovrebbe valere un altro detto : "mal comune, mezzo gaudio". Ma ho già detto che non credo a questo detto, meglio licenziarne tanti che tutti.

venerdì 6 gennaio 2017

Pace

Difficile essere solidali con dei musulmani ai giorni nostri ma per una volta sono loro le vittime e quindi bisogna averne compassione. Il riferimento è alla vicenda della etnia Rohingya (vedi) che sono appunto islamici. Non è esattamente una novità le persecuzioni a cui sono sottoposti ma qualche giorno fa'  è rimbalzata su tutti i media la foto di un bambino (appena 16 mesi) di quella gente morto nel tentativo di sfuggire al'esercito birmano. La analogie con il piccolo siriano Aylan sono molte ma questa è, se possibile, ancora più raggelante perché il corpicino giace addirittura nel fango (la foto la trovate ovunque quindi inutile mostrarla) e non su una "turistica" spiaggia. Mi chiedo se sia il primo bambino vittima di una persecuzione che va avanti da anni, non voglio essere cinico ma è il solito problema della lente mediatica. Ora si verseranno fiumi di inchiostro (come si diceva una volta) ma temo che poco succederà. Nel frattempo val la pena di ricordare che la Birmania può vantare un celebrato premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi (vedi) la quale mi risulta che su questo argomento non si sia mai pronunciata. Certo che il mestiere di giudice per il Nobel per la Pace è davvero difficile.

giovedì 5 gennaio 2017

Moblità

Giusto ieri si è parlato delle auto croce e delizia della nostra società. La delizia guardando la foto si fa molto fatica a trovarla ma si tratta di Pechino, un altro mondo ma meglio tenere presente quali sono i rischi che si corrono se non si affronta il tema della mobilità con misure energiche (modo fico per dire impopolari). E mi sono imbattuto in questo articolo de "Il Giorno" che parla proprio della mobilità a Milano. Ora non vorrei fare una crociata contro quella testata (ho recentemente "scritto" su un altro loro articolo) ma neppure questo articolo mi sembra azzeccato. Cominciamo con il dire che il titolo è : "Stangata mobilità, mai così costoso muoversi a Milano". Peccato che tre quarti dell'articolo si concentri esclusivamente sui costi di parcheggio quasi in contrasto con il concetto di "mobile". Comunque i costi a Milano sono ancora ben lontani da certe città nord europee quindi meglio che ce ne facciamo una ragione. Inoltre l'articolo si concentra su chi entra con la proprio auto nella famigerata "Area C" cosa che potrebbe essere fatta con uno dei tanti "car sharing" che azzerano il costo del parcheggio. Più comprensibile l'obiezione sul costo del pass per i residenti passato da 0 a 240 euro ma anche qui siamo sulla linea di altre città (e poi come ho già detto non riesco ad essere solidale con chi vive in case da 10000 euro al metro). L'articolo invece "dimentica" che dal 2017 (vedi) pagheranno il ticket di ingresso anche i mezzi alimentati a metano o GPL, cosa, invece, corretta visto che anche questi mezzi contribuiscono a traffico e inquinamento (lo stesso discorso fatto per le elettriche). Sull'aumento dei mezzi pubblici ammetto che non sia un grande incentivo ma anche qui siamo tuttora lontani come costi dai modelli nord europei a cui vorrei che la mia città si ispirasse. L'alternativa la vediamo nella foto.

mercoledì 4 gennaio 2017

Lettura

Consiglio per una lettura. In realtà dovrei leggerlo io ma tra la pigrizia ed una certa mancanza di tempo la vedo dura per cui se qualcuno fosse interessato ecco il titolo del libro (che già dice molto) : "Vita e morte dell'automobile. La mobilità che viene". Una parola sull'autore, Guido Viale (vedi), che come si intuisce dalla foto non è esattamente un militante di Casa Pound anzi si può certamente definire un sessantottino. Fatta questa debita premessa riporto la prima frase dalla quarta di copertina : "L'automobile è da tempo la principale fonte del malessere urbano"! Complimenti un analisi che condivido appieno ma la cosa davvero sorprendente è che il libro è stato pubblicato nel 2007 quindi ben 10 anni fa (ogni tanto questi professoroni fanno il loro mestiere). Ho appena letto una sua intervista proprio sull'argomento mobilità che conteneva alcuni spunti interessanti, vediamone alcuni. "L'auto elettrica è molto sovrastimata". Ha ragione perché intanto rappresenta meno dell'1% del mercato e ci vorrà molto tempo prima che assuma proporzioni rilevanti (mi sembra la stessa solfa di quanto si parla del vinile). Poi non riduce la congestione ed anche gli effetti sull'inquinamento sono relativi perché buona parte del PM10 è prodotto da residui di pneumatici e freni che anche le auto elettrice possiedono. Grande estimatore di Bla Bla Car è invece un "feroce" oppositore di Uber che considera "un modello di super sfruttamento di manodopera precaria" ed inoltre non può sostituire il servizio pubblico. Sull'ultimo punto sono d'accordo ma è pur vero che con la scusa del servizio pubblico i tassisti hanno creato una vera e propria corporazione che definire odiosa non è certo esagerare. Sul fatto che Uber sia un esempio di sfruttamento direi che il buon Guido (non me ne voglia) si merita il titolo di "vecchio comunista" (ed avendo oltre 70 anni sulla prima parola ha poco da disquisire).

martedì 3 gennaio 2017

Anestesia

Doverosi gli auguri di buon 2017 (non credo che rimpiangeremo il 2016). Volevo iniziare l'anno parlando di una categoria di lavoratori, gli anestesisti. Come riporta Ansa lo scorso 16 dicembre vi è stato uno loro sciopero che pare abbia avuto una adesione "bulgara". Peccato che l'articolo (e parliamo della ANSA mica del gazzettino di Parma con tutto il rispetto dovuto) non chiarisca gran che sulla ragioni dello sciopero ma non è questo il punto. Il post vuole essere una sorta di omaggio a questa categoria che ritengo davvero sotto stimata. Chi è stato sottoposto ad un intervento (parlo per esperienza oltre tutto) ricorda un fugace incontro (pre) con l'anestesista ma poi le luci della ribalta sono tutte per il chirurgo. Eppure se ci svegliamo dopo l'operazione o non sentiamo dolore, il merito è suo e non è poca roba. Mi rendo conto che sono molte le categorie "oscure", gente a cui dobbiamo la nostra "dolce" vita e di cui non ci rammentiamo mai, ma da qualcuno bisogna pur sempre iniziare.

Ma cosa

Ma cosa si saranno davvero detti i due signori della foto? Era l'11 novembre 2016 e Barack Obama incontrava per la prima volta Donald Trump (vedi). Per i reduci da qualche spedizione artica ricordo che parliamo del presidente degli Stati Uniti d'America e del suo successore (a partire dal 20 gennaio). L'incontro durò 90 minuti contro i 30 minuti previsti ed al termine Trump dichiarò che era stato molto proficuo e non vedeva l'ora di farne altri. A distanza di un mese e mezzo non vi è stato nessun altro incontro e credo che durante quella ora e mezzo si siano allegramente mandati a fare in c..o. Infatti negli ultimi giorni del suo mandato Obama ha fatto parecchie mosse decisamente anti Trump. A partire dal blocco delle estrazioni in Alaska (anche se l'efficacia di questo blocco è molto traslata nel tempo) fino alla recente espulsione di 35 diplomatici russi accusati di "hackeraggio" nelle elezioni. Sappiamo bene che il "buon" Donald Trump è amico di Vladimir Putin, lo "zar" di tutte le Russie, ma come ho già scritto una accusa di interferenza nelle elezioni da parte di informatici russi non è cosa da poco e o si hanno le prove o meglio stare zitti. Anche perché pochi giorni or sono hacker russi hanno attaccato con successo il sistema di controllo della rete elettrica del Vermont (vedi). In realtà non hanno fatto danni ma è evidente lo sfregio nei confronti degli americani del tipo : "se vogliamo entriamo quando vogliamo nei vostri sistemi". Ed è questo il motivo per cui gli Stati Uniti devono stare cauti, il paese della tecnologia, della Apple e di Google, può essere messo in crisi (o peggio controllato) tramite un attacco informatico! Davvero poco lusinghiero ma come ho già scritto (rischio davvero la ripetizione) per certe cose, soprattutto nel pubblico, gli americani si rivelano incredibilmente arretrati come testimonia il fatto che ci hanno messo quasi cento anni per fare una nuova linea di metro a New York.