Quest'anno (il 2014 appunto) è stato proclamato dalla FAO, "anno internazionale della agricoltura familiare" (per ulteriori dettagli vedi). Non si può che lodare l'iniziativa e forse val la pena di fare un paio di considerazioni. L'agricoltura familiare è molto diffusa nei paesi in via di sviluppo come era logico attendersi, ma forse quello che sfugge è che l'agricoltura familiare fa crescere (pare nell'80% dei casi) quello che si mangia! Ossia vengono coltivate specie che poi vengono consumate così come sono, mentre in Europa, America (del Nord e del Sud) si crescono colture che poi vengono traformare in altri prodotti, e non pensiamo solo al bio carburante ma anche allo sciroppo di mais ormai presente in una moltitudine di alimenti. Oltre tutto buona parte della forza lavoro dell'agricoltura familiare è costituita da donne (come ben rappresentato nella figura). Quindi l'iniziativa sembra essere davvero meritevole, peccato che non ho letto nessuna levata di scudi nei confronti delle multinazionali dell'agricoltura (basta dire Monsanto ma non è di certo l'unica) che strangolano i piccoli coltivatori. Ma queste industrie alla fine sono importanti sponsor di queste associazioni e, ad esempio, una parte dei funzionari FAO risiede a Roma nel quartiere dell'Aventino, uno dei più belli della città eterna, ma anche estremamente costoso (e non solo a livelli italiani) per cui criticare troppo queste industrie potrebbe rivelarsi un vero e proprio boomerang, considerato che i costi di struttura della FAO assorbono il 60% dei fondi raccolti. Non si sono mai visti dei capponi che si infilano da soli nel forno.
Nessun commento:
Posta un commento