Peccato, non avremo come premier Giuseppe Conte che si era auto definito l 'avvocato degli italiani. La frase poteva essere anche interpretata male visto che un avvocato ti serve quando hai fatto qualcosa ma propendo per la versione in cui sarebbe stato il difensore dei cittadini nei confronti della burocrazia. Peccato potevo sottoporgli il mio caso. Ho ricevuto un rimborso IRPEF con tanto di interessi dello 1%. Prima di questi giorni era pure un buon tasso. Comunque la comunicazione era una semplice lettera e allora? Allora ho tempo fino a novembre per la riscossione dopo di che l'oblio. E se mi trovavo nella zona di quei postini che non consegnano le lettere avrei perso il rimborso e fine della storia. Quando invece devi pagare tu ti arrivano le raccomandate che non sono esattamente la certezza assoluta ma almeno vi è un maggior riscontro (anche se ho pure avuto la mia cartella pazza). Ma andiamo oltre, arriviamo alla agognata riscossione. Mi trovavo a Menaggio e ho approfittato di un ufficio postale semi vuoto. Ahimè quando sono giunto davanti alla impiegata questa mi ha chiesto il mio codice Ateco. È una nuova codifica delle attività in vigore dal primo gennaio. Non ne sapevo nulla e a quel punto l'operazione non è andata a buon fine. Chiamo poi il mio commercialista (era sabato quindi non mi sembrava il caso) e anche lui si dimostra sorpreso quindi conveniamo di dichiararmi disoccupato. La mattina seguente mi presento armato di pazienza ad un ufficio postale vicino a casa. Prima sorpresa era semi vuoto ma il bello doveva ancora arrivare perché l'impiegata mi ha dato i soldi senza chiedere nulla (a parte i documenti ovvio). Ne abbiamo di strada da fare in Italia.
blog personale di marzio: commenti su fatti persone eventi e meditazioni varie su temi "universali"
martedì 29 maggio 2018
lunedì 28 maggio 2018
Rossa
domenica 27 maggio 2018
Ripasso
giovedì 24 maggio 2018
Dove sono?
Oggi (per me che scrivo) è il centesimo anniversario del passaggio del Piave, momento che segnò l'inizio della riscossa italiana. E oggi, direbbero Luigi di Maio e Matteo Salvini ,inizia (o dovrebbe iniziare) il governo del cambiamento, segno della riscossa contro i poteri forti. Deliri a parte è certo che il nuovo esecutivo ha qualche piccolo problema : il premier (che non ha mai fatto politica) porta avanti un programma che non ha redatto con una squadra di ministri che non ha scelto. Una sorta di premier telecomandato (per non usare termini quasi offensivi) cosa che sarebbe vietata dall'articolo 95 della Costituzione. Ma il cammino del nuovo governo non dovrebbe essere problematico (almeno all'inizio) visto che il M5s ha cancellato la libertà di mandato (ossia la possibilità per un parlamentare di votare secondo coscienza) e quindi anche il Parlamento risulta telecomandato. Anche questo sarebbe proibito dall'articolo 57 sempre della Costituzione. Allora mi chiedo dove sono tutti quei auto proclamati Guardiani della Costituzione che in occasione dello scellerato referendum dello scorso anno si strappavano le vesti? Evocavano derive autoritarie e quelle che abbiamo sotto gli occhi cosa sarebbero? Penso in particolare a Travaglio e Zagrebelski, il primo fino ad un certo punto lo capisco, vista la sua "militanza" ma il secondo (teoricamente di sinistra) non leva più la sua voce?
domenica 20 maggio 2018
Scienziati
sabato 19 maggio 2018
Eco
mercoledì 16 maggio 2018
Privacy
martedì 15 maggio 2018
Tempo
domenica 13 maggio 2018
Mazda
mercoledì 9 maggio 2018
Ignoranza
Scusate l'ignoranza ma non ho saputo spiegare a mia mamma cosa è un governo "neutrale". Premessa doverosa , ho vissuto per anni a pochi chilometri di distanza dal confine elvetico e questo aggettivo ha subito evocato la bandiera rosso crociata. Immaginate un governo svizzero con Guglielmo Tell che cancella Giuseppe Garibaldi. Scherzi a parte non era mai esistita la accezione di governo neutrale ma è ovvio che evocare un governo tecnico fa tornare alla memoria il governo dei "professori" che temo ben pochi ricordino con affetto. Credo che il tentativo del capo dello stato è destinato a fallire, salvo colpi di scena davvero impensabili. Quindi si torna alle urne pare il 22 di luglio e questa è un'altra prima volta. Sarà (sarebbe) la prima tornata elettorale che non fa perdere un giorno di scuola! Di nuovo scherzi a parte la questione è seria perché sembra difficile credere che qualcuno prenderà il tanto agognato 40% , ma d'altronde Spagna e Austria hanno votato più volte per cui inutile sorprendersi. Ma nella nuova campagna elettorale, che è di fatto già iniziata , vi è un fatto importante, come faceva notare Marco Damilano : il Partito Democratico stavolta si pone come formazione minore e deve solo (solo?) scegliere se fare opposizione o stampella. Non è un dettaglio almeno credo. Intanto cominciamo a prepararci psicologicamente all'aumento di IVA, accise e di conseguenza spread (eh sì è sempre in agguato). Mancano 12.5 miliardi per evitare quegli aumenti e non basterà certo la abolizione dei vitalizi a raggiungere tale obiettivo. Difficile credere che un governo che non può essere operativo prima di settembre possa reperire tali soldi, a meno di pensare a manovre che farebbero sembrare la riforma Fornero una passeggiata.
martedì 8 maggio 2018
Plastica
lunedì 7 maggio 2018
Nativi
Ho appena parlato delle difficoltà che ci sono a regolamentare materie complesse e sfuggevole come molti dei fenomeni che nascono su internet. Forse il problema principale è dovuto al fatto che la maggior parte di chi dovrebbe legiferare su questi argomenti non è per niente un nativo digitale anzi spesso non ne capisce nulla. Se poi ci aggiungi una certa approssimazione il fallimento è a un passo. Guarda caso mi ritrovo a parlar male della amministrazione della città in cui vivo, Milano il cui sindaco mi sembra un po' in animazione sospesa. Antefatto : ai vigili urbani verrà dato un tablet per elevare le contravvenzioni. Ora non so quale sia la motivazione reale : dare un tono più moderno? Oppure cercare di stimolare il letargico corpo dei vigili a scrivere qualche multa in più? Andiamo oltre perché il punto è che con questa "innovazione" si creano una serie di problemi o meglio di disagi nei confronti dei contravventori, in particolare gli automobilisti. Non sono mai stato un paladino degli automobilisti ma quel che è giusto è giusto. Primo problema è che il tablet non prevede una copia cartacea quindi la multa può essere solo notificata via posta con il risultato che si pagano 11euro di notifica e non si può pagare entro 5 giorni godendo di una riduzione. Va bene così la smettono di parcheggiare come gli pare,forse non è il modo più elegante (diciamo così) ma può avere un senso. Ma la cosa quasi ridicola è che non sarà più possibile la conciliazione immediata. Chi ha qualche anno come me ricorda le scenette con il vigile che apostrofava il guidatore : "Che fa concilia?". Con il tablet è impossibile a meno di andare in posta con vigile e tablet! E questa possibilità, badate bene, è prevista proprio dal regolamento di polizia urbana del comune di Milano. A Milano si definiscono dei pirla, credo non ci sia bisogno di "traduzione".
domenica 6 maggio 2018
Privacy
In questi giorni sta per entrare in vigore il regolamento europeo sulla privacy. A primo acchito sembra più una serie di adempimenti formali (ma che strano) ma conto di tornarci. Intanto a che punto siamo con questo "affair" Facebook? Statistica mi rendo conto povera ma nel giro delle mie conoscenze mi risulta solo una persona che si è cancellata e ormai la bufera è passata almeno per ciò che riguarda il pubblico. Perché i guai giudiziari di Marc Zuckerberg (il boss di Facebook per chi fosse rimasto in ibernazione negli ultimi 15 anni) non sono che all'inizio. Ma qui risiede il problema. Consiglio di guardare il video della audizione del nostro Marc al congresso americano. Il relatore che lo interrogava era anche piuttosto cattivo ma era ovvio che non sapeva gran ché di cosa sono big data , network e quanto altro. Infatti siamo al nocciolo del post : come fa un legale a legiferare su una materia così scivolosa come internet? Oltretutto una mondo, quello della rete, che si muove a velocità sostenuta (per non dire frenetica). Infatti una delle proposte fantasiose è stata quella di vietare WhatsApp (sempre della famiglia Zuckerberg) ai minori di 16 anni. Perché? Perché prima di quella età non si può chiedere il consenso al trattamento dei dati. Il che, peraltro, significa che i tuoi dati li usano eccome ma davvero pensiamo possibile vietare WhatsApp ai ragazzini? Peraltro questo software è legato ad un numero di telefono più che ad un persona fisica quindi? E per l'oltre miliardo di utenti attuali? Ah no scusate questa limitazione vale solo per l'Europa e quindi preparatevi a dimostrare dove siete cittadini oltre alla vostra età. Diciamo che hanno scherzato ma dimostra come la materia sia molto complicata. Anche perché le persone che dovrebbero essere tutelate non si strappano i capelli sapendo che Facebook e/o WhatsApp usano i loro dati personali (magari forniti falsi e qui si apre un altro capitolo).