mercoledì 30 aprile 2014

Harsh times

Harsh times, tempi duri per i non anglofoni, per gli Stati Uniti d'America. Nel giorno in cui le stime sulla crescita del PIL registrano un modesto +0.1% (valori che suonano più consoni alla nostra penisola italica che alla super potenza d'oltre oceano) il "Financial Times" lancia un grido d'angoscia : il sorpasso della economia cinese su quella americana potrebbe avverarsi già in questo anno invece che nel "lontano" 2020! Come la foto visualizza in cima al mondo sventola il drappo rosso cinese. Non parlerei di sorpresa visti i numeri che la Cina ha macinato negli ultimi, visto che buona parte dei prodotti americani sono prodotti in Cina (infatti è ormai diffusa l'etichetta "designed in USA" a cui aggiungerei "only" solamente), visto che pure una buona parte del debito pubblico americano è mensilmente sottoscritto dalla Cina. Ma forse il divenire la prima economia (sono già secondi) rischia di scombinare anche gli equilibri politici mondiali. Obama nel recente viaggio in Asia ha sostenuto i giapponesi (il nemico del mio nemico ....) sulla questione delle isole Senkaku (per gli interessati vedi) ma, come per l'Ucraina, America ed Europa non hanno certo l'intenzione di usare le "maniere forti". Fortunatamente chioserei ma temo che gli americani faranno una fatica immane ad accettare un ruolo subalterno e vi è sempre il rischio che alle prossime elezioni tornino ai "fasti" del presidente sceriffo alla Bush (padre). Noi europei, impelagati in tutti i nostri piccoli regionalismi, scivoliamo invece nella decadenza come nel un film di Sorrentino.

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