Da non laureato mi rendo conto di avventurarmi su un terreno infido, visto che la Sapienza del titolo è proprio la "mega" università romana. Lo spunto viene dalla recente scoperta di alcuni furbetti che hanno mentito sulla consistenza patrimoniale onde pagare meno tasse universitarie (davvero inaudito). Il caso balzato agli onori della cronaca è quello della studentessa che, a fronte di un reddito di 14mila Euro e spicci, si era scordata che il padre possedeva una Ferrari! Ovvio che la dichiarazione dei redditi è del tutto inadeguata a "fotografare" la situazione patrimoniale di chichessia e l'ISEE è tuttora uno strumento che si basa sulla "buona" volontà del dichiarante. Ma certo la buona volontà non abbonda in Italia e occorre quindi che sia la Finanza a verificare che quanto detto sia aderente alla realtà (mi domando allora cosa se ne fanno di tutti i dati che dal governo Monti in poi vengono comunicati dalle banche alle finanze). Leggendo però la notizia della "smemorata" studentessa ad un certo punto il cronista chiosava dicendo che la ragazza di trovava proiettata in fascia 60. Fascia 60 ? Una rapida incursione sul sito dell'università fugava ogni dubbio : ci sono proprio 60 fasce, anzi sono 30 fasce suddivise ognuna in due gruppi con dei perversi effetti matematici per cui a partire dalla sesta fascia un appartenente a questa fascia ma di gruppo 2 spende di più di uno di settima fascia di gruppo 1 ma (ovviamente ?) meno di un settima fascia di gruppo 2! Non vorrei mai insegnare qualcosa a stimati rettori e professori ma forse è il caso di relegare Bisanzio ai libiri di storia, tanto tutto questo sfoggio di aritmetica, che dovrebbe rendere le tasse più "eque", si infrange miseramente davanti alla auto (Ferrari?) certificazione del reddito.
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