martedì 24 marzo 2015

Bisanzio

L'amico Maso mi segnala questo articolo de "La Stampa" che parla della Zona a Traffico Limitato di Roma. In pratica l'articolo (in realtà una lettera) ci mostra una "particolarità" di questa ZTL. Tanto per cominciare chiedere un permesso giornaliero costa 102 Euro (non proprio uno scherzo) ma la cosa ridicola è che la sanzione per l'entrata nella ZTL è di 94Euro. Davvero i conti non tornano. Poi bisogna anche fare i conti con tutta una serie di documenti che vanno presentati e al fatto che i suddetti 102 Euro vanno versati con ben 3 distinti bollettini. Forse non siamo mai riusciti a guarire dalla sindrome di Bisanzio, termine da me coniato per stigmatizzare queste situazioni dove la complicazione sembra quasi generata per una maligna volontà. Inutile dire che il mittente della lettera ha ragione da vendere quando chiosa dicendo che pagherà la multa, tanto gli costa meno e ci mette meno. Ma non mi trova d'accordo quando ironizza sui documenti da presentare tra cui il DURC e la revisione del veicolo. Ora sul primo si può forse obiettare ma sul secondo molto meno. L'ho già detto è una merda che in Italia non esista un database ove per ogni targa esista l'indicazione se tale veicolo è in reogla con assicurazione e revisione. Pare che ci si stia arrivando almeno con l'assicurazione e all'alba del 2015 meglio tardi che mai. Ma purtroppo il problema non è solo di arretratezza informatica, è il (mal) costume tipicamente italiano che ci rende allergici ai controlli e quindi in mancanza di metodi asettici come quelli elettronici ci permette di schivare, contestare, rimandare. Perché per noi abitanti della penisola la democrazia è fare quel c...o che uno vuole, salvo poi chiedere a gran voce, che anche la singola istanza venga tutela nei confronti degli altri (anche se questi rappresentano una maggioranza). 

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