lunedì 27 aprile 2020

Primi

Milano, dove vivo, ha la spocchia di essere la prima della classe, intendendo per classe l'Italia. Lo affermo anche io, soprattutto dopo l'esperienza EXPO. Cosa succederà nel mondo post covid-19 non lo sa nessuno ma per ora Milano è tuttora prima ma per i contagi. Qualcuno dirà che ci siamo meritati questo visto che abbiamo un sindaco che si vantava del fatto che "Milano non si ferma" e un governatore della Regione che non sapeva neppure mettersi la mascherina. Molto probabilmente hanno ragione anche se distinguerei tra i due personaggi ma in ogni caso Milano è l'epicentro dell'infezione. Ma questo ci da lo spunto per ragionare su questa crisi. Ieri il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, alias Mascherina, ha comunicato i dati relativi a Milano e riportati da "La Repubblica". Ovvio che queste cifre sono troppo basse per essere una vera fotografia in quanto si evince che i contagiati sono 7788 ma posso aggiungerne almeno 4 che non sono entrati in questa statistica. Ma il dato interessante è la distribuzione dei decessi : il 94% ha più di 60 anni. Nell'articolo si scopre poi una curiosa "simmetria" : il numero dei decessi (4) degli ultra novantenni e pari a quello di quelli compresi tra 20 e 30 anni. Ma torniamo al primo dato che ci dice che questo virus è davvero letale per le persone anziane che hanno molto probabilmente delle patologie e che la prossimità è la chiave di tutto. Ma a questo punto la vita deve ripartire perché non si può tenere in lock down un pianeta a causa della debolezza delle persone anziane. Queste vanno protette  e qui si gioca una grossa partita con la democrazia nel senso che arriveremo anche ad una "protezione" coatta, ma ad un certo punto dobbiamo permettere a bambini e ragazzi di non perdere altra vita (lo so suona retorico ma è così). 

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