Milano, dove vivo, ha la spocchia di essere la prima della classe, intendendo per classe l'Italia. Lo affermo anche io, soprattutto dopo l'esperienza EXPO. Cosa succederà nel mondo post covid-19 non lo sa nessuno ma per ora Milano è tuttora prima ma per i contagi. Qualcuno dirà che ci siamo meritati questo visto che abbiamo un sindaco che si vantava del fatto che "Milano non si ferma" e un governatore della Regione che non sapeva neppure mettersi la mascherina. Molto probabilmente hanno ragione anche se distinguerei tra i due personaggi ma in ogni caso Milano è l'epicentro dell'infezione. Ma questo ci da lo spunto per ragionare su questa crisi. Ieri il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, alias Mascherina, ha comunicato i dati relativi a Milano e riportati da "La Repubblica". Ovvio che queste cifre sono troppo basse per essere una vera fotografia in quanto si evince che i contagiati sono 7788 ma posso aggiungerne almeno 4 che non sono entrati in questa statistica. Ma il dato interessante è la distribuzione dei decessi : il 94% ha più di 60 anni. Nell'articolo si scopre poi una curiosa "simmetria" : il numero dei decessi (4) degli ultra novantenni e pari a quello di quelli compresi tra 20 e 30 anni. Ma torniamo al primo dato che ci dice che questo virus è davvero letale per le persone anziane che hanno molto probabilmente delle patologie e che la prossimità è la chiave di tutto. Ma a questo punto la vita deve ripartire perché non si può tenere in lock down un pianeta a causa della debolezza delle persone anziane. Queste vanno protette e qui si gioca una grossa partita con la democrazia nel senso che arriveremo anche ad una "protezione" coatta, ma ad un certo punto dobbiamo permettere a bambini e ragazzi di non perdere altra vita (lo so suona retorico ma è così).
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