venerdì 5 giugno 2015

Terminal 3

Credo che tutti ricordiamo che poco meno di un mese fa vi è stato un incendio al Terminal 3 dell'aeroporto "Leonardo Da Vinci" di Roma. Giusto un paio di giorni orsono ADR (la società che gestisce appunto gli scali della capitale) ha emanato una disposizione che dimezza i turni di lavoro ed impone l'uso della mascherina. Come dice il vecchio proverbio "meglio tardi che mai" ma davvero resta da chiedersi come mai ci hanno messo tanto a prendere una decisione che sembrava più che scontata. La mia opinione si basa anche sulla testimonianza di una persona che è entrata nel terminal un paio di giorni dopo l'incendio ed ha verificato sulla propria pelle che era impossibile stare in quell'area per lunghi periodi senza protezione. Quali professoroni hanno dovuto interpellare per arrivare a questa sofferta decisione? Ma tanto i dirigenti ADR non ci pensano neppure di stare nel terminal ed infatti all'inizio avevano persino parlato di "eccessivo allarmismo". Ma la cosa forse più incredibile (che so sempre grazie appunto alla mia "talpa") è che nel terminal 3 non vi erano dispositivi anti incendio a pioggia (sprinkler per dirla all'americana), mancanza che ha reso un vero disastro l'incendio perché ovviamente la struttura si è riempita di fuliggine ad alto contenuto di diossina che sarà praticamente impossibile bonificare (anche perché il terminal continua a funzionare). Questa è l'Italia, Roma in particolare ma sulla situazione specifica (?) della capitale ci tornerò.

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