sabato 13 giugno 2015

Eco

Ritengo che quando parla uno come Umberto Eco valga sempre la pena di ascoltarlo. Se poi parla di internet in particolare di social media vi è un sicuro motivo interesse. Ma questa volta non si è trattato di una erudita disquisizione semiotica sulla portata dei social media o almeno non solo perché il nostro Umberto ha lanciato uno strale proprio contro i social media colpevoli di aver dato la parola ad una legione di imbecilli! Parole pesanti ma purtroppo veritiere. Eco ha stigmatizzato che oggi ognuno può esprimere la propria opinione manco fosse un premio Nobel e qui si sono scatenate le polemiche visto che proprio in questi giorni un premio Nobel ha fatto una gaffe sessista. In effetti il Nobel premia certe specifiche competenze che non implicano valori etici (a parte forse il Nobel per la letteratura). Ma che grazie ai social network si versino "fiumi di inchiostro" inutili è un dato di fatto. Mi permetto di aggiungere un dettaglio (spero Eco non me ne voglia) l'anonimato. L`immagine da lui usata dell'imbecille che dice una stupidata al bar e viene deriso non si applica al cyberspazio dove si può anche insultare qualcuno protetti dall'anonimato della Rete. Grande differenza temo caro Umberto ma non inficia comunque la tua filippica. In compenso trovo una notevole "analogia" tra la democrazia e internet tutti possono votare e il voto è anonimo. E come internet anche la democrazia si dimostra un mezzo imperfetto ma le alternative lo sono ancora di più.
Facciamocene una ragione professor Eco altrimenti corriamo (uso il noi solo per questioni di età) di cadere nel rimpianto dei bei vecchi tempi.
Ps so benissimo di poter far parte di diritto della "legione" ma questo stesso blog mostra la difficoltà di gestire la Rete (e la democrazia).

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