martedì 7 aprile 2015

Peccei

Temo che il nome Aurelio Peccei non faccia squillare nessun campanello. Magari qualche appassionato di fisica come me penserà alla ben "nota" teoria di Peccei e Quinn che infrange la simmetria quantistica, ma costui è Roberto Peccei. figlio di Aurelio. Ci viene in aiuto la sempre solerte Wikipedia che ci racconta la storia di questo personaggio che si sarebbe potuto chiamare allora (oggi non saprei) un umanista. Tra le sue iniziative non si può dimenticare il Club di Roma, un "think tank" che, fondato nel 1968, produrrà nel 1972 un pamphlet dal titolo "Rapoorto sui limiti dello sviluppo" meglio noto come "The limit to growth". Tanto per raccontarla in breve questo rapporto metteva in guardia da una crescita che non poteva aumentare all'infinito. Ovvio che all'epoca fece scalpore ma molti lo classificarono come un brutto esempio di futuro distopico che non aveva reali basi scientifiche. Dopo 20 anni vi fu una sorta di versione 2.0 nella quale gli autori affermavano che la situazione era addirittura peggio di come la avevano dipinta nel 1972. Ossia agli inizi di quegli anni era possibile, o almeno così affermavano, imporre dei limiti alla crescita in modo da giungere ad una sorta di equilibrio nel giro di due o tre decenni ma già negli anni 90 si era andati troppo oltre e bisogna agire subito, anche con provvedimenti impopolari. Non fu fatto assolutamente nulla ovvio e oggi la situazione è, se non tragica, complicata. Ossia oggi non basta più porre dei freni alla crescita, occorre davvero invertire la marcia. Ma questo non sarà certo un processo indolore perché vuol dire che avremo un futuro più "povero" e soprattutto non si può certo lasciare che la popolazione cresca ancora. Davvero difficile parlare di decrescita "felice".

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