Trovo un po' surreale la discussione (chiamiamola pure così) che si sta facendo intorno alla riapertura degli impianti sciistici. Addirittura Giorgio Rocca minaccia una rivolta se non verranno riaperti. Ora è chiaro che lui come i suoi "colleghi" Brignone o Tomba non possono che essere favorevoli alla riapertura ma se vuole fare una rivolta venga pure a Milano o Firenze a parlare con ristoratori e tassisti. Temo che scoprirebbe che vi è molta più gente che nelle montagne in sofferenza. Ma torniamo all'argomento del contendere. Se penso a Lombardia, Piemonte e Valle d'Aosta vorrei ricordare che sono regioni rosse, forse arancioni da qui a Natale ma se non diventano gialle i bar e i ristoranti restano chiusi e soprattutto non ci si può spostare da un comune all'altro senza comprovate ragioni. Quindi andare a sciare diventa una comprovata ragione? Siamo seri se vale quella valgono molte ragioni ma prima di invocare la "necessità" di riaprire ricordo cosa è successo. Ma non questa estate al Bilionnaire, bensì in tempi molto più recenti in Alto Adige, dove prima hanno fatto i fenomeni lasciando aperti bar e ristoranti , salvo poi auto declassarsi in zona rossa a fronte di una situazione che si era pesantemente aggravata. Se le regioni alpine riusciranno a diventare gialle ben vengano gli appassionati della neve ma senza un calo netto dei contagi (parlo soprattutto di certe aree della Lombardia) meglio fare come vogliono fare i francesi. Certo gli austriaci e anche gli svizzeri (che però non sono UE) vogliono riaprire, vedremo come sono le loro terapie visto che anche loro han dovuto fare i conti con questo dannato virus.
Ps parlando di surreale è in effetti un poco surreale che io parli d questo argomento visto che non scio e non sono neppure sportivo però mi sembra che in qualche caso si sia perso un po' il buon senso.
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