giovedì 26 marzo 2020

Guerra

Giusto un paio di giorni fa il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, bocciava (scusate non ho saputo trattenermi) l'ennesimo decreto del governo perché a suo dire ci faceva entrare in una "economia di guerra" (vedi). Tralascio di commentare perché basta snocciolare qualche numero. Alla data del 25/5 i morti (parliamo dell'Italia) sono 7500, nella sola Lombardia abbiamo 10 mila in ospedale e 1100 in terapia intensiva che possiamo considerare i feriti del caso. Numeri da conflitto a bassa intensità che vanno di moda adesso ma spero che il buon Vincenzo non abbia nostalgia di quelle belle battaglie tipo la Somme con il suo milione di morti. Intanto le aziende si riconvertono a produrre mascherine e ventilatori e questo mi sembra davvero un chiaro indizio di "economia di guerra" anche se possiamo gioire che non fabbrichino cannoni. Quindi caro Vincenzo prepariamoci ad un periodo difficile e che gli industriali facciano la loro parte. Eppure come dicono gli anglosassoni "even a broken clock is right twice a day" e quindi eccomi a dare ragione al presidente di Confindustria, almeno per una parte. Perché in effetti non siamo in guerra o meglio bisogna smettere di usare la metafora della guerra per descrivere la pandemia in corso. Perché? Direi che sono in completo accordo (quindi non lo penso solo io) con questo articolo de "IlPost" che sottolinea come usare la guerra come stato mentale rischia di darci un sorta di alibi per fare i c...i nostri. Come in tutte le guerre (soprattutto quelle da film) ci sono gli eroi che vanno applauditi magari facendo un brindisi con gli amici (!). E poi tutta la metafora patriottica che non impedisce alla gente comunque di uscire. Adesso tutti a cantare alle 18 l'inno di Mameli ma questo è solo colore (in questo noi italiani siamo maestri), bisogna stare a casa. Non siamo in guerra e se proprio vogliamo chiamarla guerra è una guerra civile, una guerra sporca (in vari sensi). Con questo non voglio assolutamente sminuire gli eroi di oggi, medici e infermieri, ma questi giustamente non sono soldati, sono solo persone che dimostrano un senso del dovere forse inaspettato. Cerchiamo di fare la nostra parte. 

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