Di sicuro il Giappone è un paese lontano (lo si chiama estremo oriente o no?) non solo in termini geografici ma soprattutto in termini culturali, eppure abbiamo in comune, noi italiani, una cosa : la brevità dei governi. L'attuale (governo), presieduto da Shinzo Abe ha indetto nuove elezioni mancando così di poco il traguardo del secondo anno di vita. Motivo della caduta il PIL, la crescita, insomma l'economia che non tira. La politica economica del governo Abe (nota appunto come "Abenomics") si era basata su un diluvio di soldi da parte della banca centrale e una serie di misure fiscali. Una di queste è stata secondo me la vera crepa che ha portato il sistema al crollo. Parlo dell'aumento dell'IVA (scusate non so come si chiama in giapponese) dal 5% all'8%. Qualcuno dirà : beati loro noi siamo quasi al triplo con il nostro 22% (che peraltro potrebbe passare al 23%). Vero ma non dimentichiamo che l'aumento giapponese è un aumento "monstre", che se fosse fatto in Italia porterebbe la nostra aliquota a sfiorare il 30%. Cosa è successo in Giappone : che molta gente proprio per evitare un aumento del 3% (più o meno) sui generi soggetti, si è precipitata a comperare con il risultato di far impennare il PIL per un trimestre e deprimerlo per i due successivi. Quindi nuove elezioni dove peraltro Abe si ripresenta con un nuovo piano economico che prevede un altro aumento dell'IVA (al 10%). Credo che sia difficile far crescere l'economia solo con fiumi di denaro a basso (se non zero) costo o riacquisto di titoli (vero Draghi?). Quelle misure fanno impazzire di felicità i vari indici azionari e non, ma si tratta di finanza non di economia. Pare che l'unico modo per far progredire l'economia passi attraverso l'incentivazione ai consumi. Ma sappiamo bene che non potremo consumare come se non ci fosse un domani, ma senza i consumi l'economia (quella vera) ristagna. Mi pare si chiami quadratura del cerchio.
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