giovedì 27 novembre 2014

Oro nero

Lo chiamano giustamente oro nero, il petrolio, eppure negli ultimi periodi il suo valore è decisamente sceso. Qualche mese fa avevamo visto superare il valore (davvero stratosferico) di 110 mentre oggi fatica a superare 75 (dollari ovvio). Le cause di una caduta così verticale sono molteplici e difficili da riassumere in un post ma certamente la novità degli Stati Uniti che da importatori stanno diventando esportatori, l'affermarsi di alternative (ma attenzione il gas la fa da padrone le rinnovabili remano ancora nelle retrovie) e soprattutto il conflitto arabo iraniano. Perché questa è una vera guerra che noi occidentali di fatto quasi ignoriamo. Il confronto potrebbe essere camuffato da guerra teologica visto che gli Iraniani sono per oltre il 90% sciiti mentre i sauditi sunniti. Ma è solo una facciata, dietro vi è un pesante scontro per l'egemonia tra i paesi produttori che hanno un peso politico mondiale rilevante. Non dimentichiamo che il famigerato Isis si "autofinanzia" con i pozzi petroliferi del nord iracheno. Un sottoprodotto di questo conflitto è la mancanza di un accordo per limitare la produzione che porta il prezzo del greggio in cantina. Ma godiamoci questo momento di benzina "low cost" ma non pensiamo che sia destinata a durare in eterno, alla fine noi siamo sempre l'occidente malvagio "boko haram".

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