Per chi non lo sapesse il "Black Friday" non è solo un evento di borsa (di solito un pesante crollo) ma è una solida tradizione anglosassone (visto che anche i tanto anti italiani inglesi la hanno adottata). Il giorno dopo quello del ringraziamento (il giorno del tacchino per intenderci) si da il via allo shopping natalizio con eccezionali promozioni. Quest'anno potrebbe esserci un Black Friday sottotono (almeno negli States). Come riportato a qualcuno è venuto in mente di boicottare l'evento come protesta contro il verdetto di Ferguson. Per chi fosse stata in missione in Antartico ricordo che nella cittadina di Ferguson, Missouri, un agente (bianco) ha ucciso un ragazzo (nero) disarmato e qualche giorno fa la corte ha deciso che non bisogna procedere contro il poliziotto. Tale verdetto ha suscitato qualche malumore, diciamo così. E come protesta ecco la trovata di non spendere un "dime" (10 centesimi) nel giorno invece simbolo del consumismo. Interessante, è ormai molto tempo che sappiamo di essere "solo" dei consumatori (il tempo delle masse operaie è finito in America e Europa). Eppure lo sciopero è tuttora un arma potentissima nelle mani del consumatore, ossia decidere di non comperare. Ma questa arma è meno usata di quanto si pensa forse perché comperare è un piacere mentre lavorare molto di meno. Ad ogni buon conto vedremo se gli ideatori di questo boicottaggio avranno successo (cosa di cui dubito fortemente). Bisogna ricordare che gli Stati Uniti sono la patria del Movimento di Seattle, di Occupy Wall Street ma sarebbe il massimo che si risolva uno strisciante problema di discriminazione razziale solo decidendo di non cambiare l'ennesimo apparecchio TV.
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