mercoledì 18 settembre 2013

Rio

Oggi si parla molto di Rio de Janeiro per i prossimi mondiali, per le prossime olimpiadi. Ma qualcuno si ricorda che nel 1992 (eh si più di 20 anni) proprio nella città brasiliana si svolse il "Summit della Terra". Evento forse storico perché per la prima volta si parlò della situazione del pianeta , ma soprattutto perché ne parlarono dei capi di stato e non apocalittici santoni o vegetariani (allora i vegan non esistevano) incalliti. Cosa è successo ? Molto ma purtroppo non abbastanza. L'eterno mantra dello sviluppo continua a sgretolare le risorse del pianeta anche perché lo sviluppo sostenibile è cosa di cui parlano tutti ma nella realtà è applicata in percentuali da prefisso telefonico. Facciamo un esempio relativo ad una risorsa che (credo) molti pensano "inesauribile" : parlo dell'oceano. Oggi il 70% delle specie marine è pescato oltre la sua capacità riproduttiva, leggasi le stiamo estinguendo (non me ne vogliano i cultori del sushi). Uno degli obiettivi di Rio92 era proprio quello di creare delle aree protette, a livello oceanico, pari al 10% della superficie. Ovvio che parliamo di una superficie davvero grande ma grande è anche lo sfruttamento del pianeta oceano. Ad oggi (dopo oltre vent'anni) le aree sono 1% (e speriamo non sia solo un arrotondamento per eccesso). Cito l'oceano perché è paradigmatico della natura del problema : non esistono soluzioni "locali" per problemi globali, uno stato può anche disciplinare la pesca e creare aree protette ma non basta, l'azione deve essere a livello planetario. E quale è la istituzione non dico preposta ma almeno teoricamente in grado di agire ? Temo si sia solo l'ONU , anche se quel carrozzone di burocrati super pagati ha il potere di un amministratore di condominio.

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