giovedì 12 gennaio 2017

Catone

Sono accusato da mia moglie di essere ripetitivo ma vorrei ricordare la figura di Catone, il censore. Alla fine di ogni discorso tenuto al Senato, il nostro Marco Porcio pronunciava la celeberrima frase : "Carthago delenda est" (vedi). E alla fine Cartagine fu distrutta anche se lui non fece in tempo a vederlo per una manciata di anni. Una delle mie "Cartagine" sono i negozi con le porte aperte. Ma forse ho trovato un "sodale" in Luca De Vito, giornalista di "Repubblica". Sulla sezione Milano del sito ha recentemente scritto sui negozi che, pur con delle temperature prossime allo zero, tengono bellamente le porte aperte. E non mi vengano a raccontare di lame di aria calda che fanno da barriera. Ovvio che qualcosa fanno ma basta passare davanti ad una di queste porte per rendersi conto che comunque la fisica ha le sue leggi e vi è una dispersione che con gradienti di oltre 20 gradi non è certo irrisoria. Non voglio ripetere che comunque ci faranno pagare anche la bolletta energetica e che basterebbe davvero poco (leggasi boicottaggio) per far cambiare idea a questi geni del marketing. No, vorrei chiedere ai miei concittadini (ma il problema non è ahimè solo meneghino) come mai questo fatto non sembra costituire un problema. Ogni inverno Milano soffoca nello smog prodotto per la maggior parte dai riscaldamenti. Si limitano i gradi negli edifici, si blocca la circolazione (provvedimento alquanto debole in termini di efficacia) ma si tengono le porte aperte! Alla fine sono i nostri polmoni che ci vanno di mezzo, eppure mentre per il fumo (passivo) siamo stati davvero bravi su questo punto proprio non ci arriviamo.

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