L'amica Francesca mi segnalava (è passato un po' di tempo ma non è rilevante) questo articolo de "Repubblica". Partendo proprio dalla foto di apertura ho scoperto che si rifaceva ad un analogo articolo del "New York Times" (di un anno prima). Se non riuscite a leggere bene la foto spiego che si tratta della cassa del museo degli Abba, un "cashless museum", ossia un posto (un museo) dove non si può pagare in contanti. Certo che vi è (forse) una sottile ironia considerato che è il museo di un gruppo musicale che annovera tra i suoi successi "Money, money". Ma come si legge nell'articolo oggi il "giro" d'affari eseguito tramite contanti è solo il 2% in Svezia, contro il 7.7% degli Stati Uniti e il 10% della UE (dove credo esistano profonde differenze tra i vari paesi). L'articolista di "Repubblica" narrava con tono sognante di ben 4 giorni passati a Stoccolma senza usare un solo "nichelino". E anche io sogno un'altro mondo, un mondo dove le banche perdano molto della loro importanza (importanza degna delle cosche mafiose) perché l'esempio della Svezia è quello dove non si paga usando solo carte di credito e bancomat ma anche sistemi basati sullo scambio diretto tra utenti. Si chiamano "Swish", "Seqr" oltre alla ben nota "PayPal". Posso ben immaginare la notevole resistenza che opporrà il sistema bancario ma credo che sarà come per le Google car, la strada è quella. Ma attenzione a sognare ad occhi aperti come sto facendo io, perché nella nostra penisola tutto questo è di là da venire. Questi sistemi "alternativi" (alle banche ed al contante) sono comunque tracciabili quindi in un paese con una parte (rilevante) della economia in nero come il nostro ci sono davvero molti ostacoli. Ma come ho già detto dobbiamo decidere se vogliamo essere la punta nord dell'Africa o quella Sud dell'Europa.
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