Ho già parlato di Facebook ma forse è il caso di tornare sull'argomento. L'occasione (diciamo) è la recente "querelle" sul docufilm "L'anima nera di Donald Trump" che illustra i rapporti tra il neo POTUS e David Duke. Questi è un vero "personaggio" : leader dei Neonazisti Americani, ex leader del Ku Klux Klan in odore di diventare senatore per lo stato della Louisiana. Esisteva una pagina dedicata alla promozione di questo docufilm che Facebook ha chiuso pare per errore e poi ripristinata. Vi è stata anche una petizione sul solito change.org (che mi pare risulti obsoleta ormai). Siamo alle solite con Facebook, la gente sembra dimenticare che il noto social è alla fin fine qualcosa nato in modo semi casuale senza gli obiettivi "etici" di una fondazione (come Wikipedia) e senza neppure la visione di uno Steve Jobs. Quindi cosa è? Una società a fini di lucro, definizione che i signori del marketing hanno relegato nel dimenticatoio ma così stanno le cose. Quindi nei confronti di Facebook (e non solo) resta al suo utilizzatore l'arma finale : il boicottaggio. Se qualche milioni di utenti si dovesse staccare da Facebook, a causa dell'oscuramento del docufilm in questione, state pure certi che correrebbero subito ai ripari. Ma questo non significa nulla, da un punto di vista politico, stanno solo evitando di perdere quote di mercato, quindi soldi. Già i big della Silicon Valley hanno fatto pipì abbastanza fuori dal vasino quando si sono schierati apertamente contro Trump. Ma a costo di sembrare cinico lo hanno fatto perché The Donald vuole fargli pagare più tasse e riportare certe produzioni sul sacro suolo americano. Salvo poi, come dimostra la lettera di Tim Cook ceo di Apple, riallacciare i rapporti perché nel bene e (soprattutto) nel male questo è il prossimo presidente. Tornando a Facebook prima o poi bisognerà pensare a qualche tipo di "regola" ma questo sarebbe, di norma, il compito della politica ma dovremmo attendere nuove generazioni più capaci di capire le nuove tecnologie.
Nessun commento:
Posta un commento