Codacons è una associazione "consumeristica" (la definizione arriva pari pari da Wikipedia), in cui confluiscono molteplici entità che si occupano di tutelare i consumatori in vari settori. Ha riportato vari successi negli anni, smascherando anche alcune grandi industrie che "fottevano" i consumatori. Diciamo che combatte molte battaglie che mi trovano dalla stessa parte della barricata. Ma ogni tanto non sono d'accordo come nel caso che mi ha segnalato l'amica Francesca (vedi). In una scuola elementare di Milano, la preside ha fatto fare un dettato che è servito a mandare un messaggio chiaro alle famiglie : "per la festa di Halloween (appena passata) ne trucchi, ne dolcetto / scherzetto, ci si potrà solo vestire". Ora l'azione che il Codacons vuole promuovere presso il Ministero della Istruzione mi sembra davvero fuori luogo. In pratica si accusa la preside di "chiusura mentale" e quindi si chiede che vengano posti dei limiti alla "fragilità e alle paranoie degli adulti". Mi sembra davvero eccessivo. Iniziamo dall'occasione : Halloween. Questa festa è solo di recente divenuta di "pubblico dominio", ma questo (di per sé stesso) non basta per stigmatizzarla, i tempi cambiano ma è pur vero che dell'antico rito pagano (pagano badate bene) non ne sappiamo nulla (tranne pochi) e abbiamo adottato solo la parte commerciale. E se una preside ritiene di applicare una moratoria allo sfrenato consumismo che Halloween rappresenta, ben venga. Tanto i poveri bimbi potranno sempre "sfogarsi" dopo la scuola. Anche se tutelano i consumatori questo non deve significare avallare il consumismo fine a se stesso che alla fin fine Halloween rappresenta (come se non ci bastasse il Natale). A quelli del Codacons consiglio di guardare il recente film "Captain Fantastic" dove le paranoie degli adulti sono ben evidenziate ma con ben altre portate (e dove una certa "regolamentazione" davvero servirebbe) e si concentrino su battaglie più concrete che non denunciare la preside della scuola milanese.
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