Si è appena concluso il Gran Premio di Monza di Formula 1. In tutta onestà (e lo dico da appassionato) è il mondiale della noia ma in occasione della tappa italiana del circus vi è stato almeno un motivo di interesse al di fuori della competizione : il rinnovo del contratto per altri 3 anni del circuito brianzolo. La cosa era stata data per scontata già l'anno scorso ma dall'altra parte della scrivania c'è quel gangster bonsai di Bernie Ecclestone che se non gli dai i soldi che vuole ti porta il gran premio in Papua Nuova Guinea (chiedere ai tedeschi per conferma). Sulla opportunità o meno di aderire alle richieste del patron della F1 non entro troppo nel merito (regalo a Marchionne?, assist a Renzi?) ma andiamo nello specifico ossia da dove sono saltati fuori i soldi che mancavano? Ma dalle casse del PRA! Proprio lui il Pubblico Registro Automobilistico creato nel 1927 (quando c'era un altro pericoloso piccoletto al governo) e che sta resistendo ad ogni tentativo di cancellarlo. E badate bene non lo si vuole cancellare per il suo passato (anche se ...) ma perché si tratta di un puro doppione dell'ACI. Però il nostro PRA incassa i bolli di circolazione (e dici niente) e quindi ha un discreto "tesoretto". La solita irrinunciabile Wikipedia ci narra che già nel 1995 si è cominciato a parlare della eliminazione di un ente assolutamente inutile e che crea non pochi problemi quando, per una qualsivoglia ragione, si disallinei con l'ACI (credo molti tra di noi abbiamo fatto file agli uffici per sanare tali irregolarità). In tempi recenti ci ha provato il governo Monti e anche il nostro Apple premier, Matteo Renzi, aveva nel suo programma la cancellazione ma dopo questa "mossa" temo che il caro PRA resterà al suo posto. Vale la pena di ricordare che parliamo di uno "scherzo" di 3000 dipendenti e oltre 150 partecipate, tutta gente il cui stipendio è un puro sussidio di disoccupazione camuffato.
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