Come promesso (o minacciato) torno sulla annosa questione "Charlie hebdo". La vicenda credo sia nota ma riassumo : la nota rivista satirica parigina ha pubblicato una vignetta sul recente terremoto avvenuto in Italia centrale in cui le persone schiacciate sotto le macerie vengono paragonate alle lasagne. Lascio immaginare le reazioni a cui è seguita una seconda vignetta in cui accusano la mafia di aver costruito (male direi) le case (e le scuole) miseramente crollate sotto i colpi di un terremoto che in tutta franchezza non era così devastante. Ma il punto non è questo bensì i limiti della satira o meglio se la satira debba avere limiti. Credo di poter aggiungere poco a tutti gli articoli scritti da veri giornalisti ma val la pena di ricordare che i disegnatori di "Charlie" avevano già picchiato duro con il piccolo siriano Aylan annegato su una spiaggia turca. E forse se dovessimo leggere il settimanale parigino troveremmo altre vignette "urticanti". Ma anche se si è disturbati dal cinismo di una vignetta (la foto invece ti fa vincere un premio) non si entra nella redazione e si spara ad alzo zero. Nella peggiore delle ipotesi lo si querela o più banalmente non lo si compra. Perché alla fine bisogna interrogarsi su chi sono i lettori / finanziatori di tale settimanale. È stato troppo facile proclamare "je suis Charlie", faceva social, faceva cool. Ma tutto ha un prezzo ma nonostante tutto sono convinto che è giusto pagarlo (anche se controvoglia).
Ps questa storia dimostra quanto la polemica sulle cosce del ministro Boschi fosse davvero ridicola ma è forse solo un altro segnale di una società in decadenza capace solo di discutere di minchiate.
blog personale di marzio: commenti su fatti persone eventi e meditazioni varie su temi "universali"
domenica 4 settembre 2016
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