venerdì 24 giugno 2016

Two more years

Era il 2005 e la band londinese "Block party" cantava "Two more years". Quasi profetici perché in effetti abbiamo di fronte 2 anni per stabilire i termini del divorzio della Gran Bretagna dalla UE. Divorzio non consensuale è il caso di dirlo ma forse inevitabile. La perfida Albione non era nell'area Schengen, non era nell'Euro e anziché essere in qualche modo penalizzata da questo suo isolazionismo, aveva avuto molte (troppe direi) concessioni. Ma liquidare così la sua decisione è davvero troppo semplice, la UE ha molti errori su cui riflettere e sarà meglio che si dia una smossa perché l'esempio inglese potrebbe essere seguito da altri (anche se le situazioni di Olanda e Finlandia, tanto per citare, son ben diverse). Ma quello che si nota guardando la "mappa" del voto è come vi sia una "frattura" tra aree metropolitane e campagna (la tanta osannata campagna inglese). E in questo vi è anche la spiegazione (parziale) dei sondaggi sbagliati per l'ennesima volta in quanto basati troppo sulle grandi città e internet. Questo dato è una spia di quello che potrebbe succedere dall'altra parte del "pond" (l'oceano Atlantico) dove Donald Trump raccoglie vagonate di voti proprio in quelle aree meno "note" degli Stati Uniti (rurali e non solo). Casualmente (?) Trump ha applaudito il risultato, peccato che lo ha fatto dalla Scozia. Perché un dato estremamente interessante emerso dal voto è che Inghilterra e Galles hanno votato "leave" mentre Scozia e Irlanda del Nord "remain" con ampie maggioranze. Ha certo ragione Matteo Salvini, leader della Lega Nord, ad esultare ma forse dovrà abbandonare "Braveheart" come icona storica.

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