lunedì 20 giugno 2016

Renzismo

Dopo il risultato dei ballottaggi in molte (importanti) città italiane, tante voci si sono levate per decretare la fine del "renzismo". Forse con un eccesso di foga visto che di elezioni amministrative locali si tratta, ma certo la "spallata" il nostro Apple premier, Matteo Renzi, l'ha presa eccome. Il dato più che evidente è in compenso la crisi dei "vecchi" partiti, PD compreso, a favore di movimenti (battuta facile) personali perché oltre alle vittorie grilline non dimentichiamo la vittoria di De Magistris a Napoli. Tra le voci pronte ad intonare il "de profundis" per Renzi si è levata anche quella di Mara Carfagna. Peccato che non ha colto come il suo partito, Forza Italia, si sta liquefacendo. Si goda le sue molte preferenze (inutili però) ma lei e la sua collega Maria Stella Gelmini (impegnata a Milano dove la destra ha perso comunque) dovrebbero guardare al M5s dove Virginia Raggi e Chiara Appendino hanno vinto : la prima a man bassa mentre la seconda un po' inaspettatamente ma comunque in maniera netta. Se il futuro della destra è donna non lo sarà certo per merito di Mara, Maria Stella o Giorgia (Meloni). Perché il dato certo che è uscito da questa tornata elettorale è che il movimento di Beppe Grillo è l'erede di Forza Italia, come anche il suo apparentamento con l'UKIP di Nigel Farage (poi ripudiato) faceva ben intuire. Di sicuro un tot di elettori di sinistra hanno preferito Grillo ma i numeri dimostrano che l'emorragia vera arriva da destra. Vedremo cosa sapranno fare ora che si devono confrontare con realtà come Torino e soprattutto Roma. Potrei chiosare dicendo che non c'è limite al peggio ma sarebbe ingiusto, qui parliamo di persone che devono amministrare, non teorici della politica, saranno i fatti a parlare per loro.

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