martedì 1 dicembre 2015

Volkswagen

L'importanza data al Dieselgate (lo scandalo che coinvolge le centraline delle auto del gruppo Volkswagen per chi fosse stato in meditazione sull'Anapurna) dimostra (se ve ne fosse ancora bisogno) che la nostra età verrà ricordata (se qualcuno sopravviverà) come l'età dell'auto. Dopo gli iniziali sdegni da parte di tutti sono cominciati i distinguo e soprattutto sono arrivati i complottisti che vedono dietro questo scandalo un attacco all'Europa. In questo articolo del sito "Linkiesta" si ipotizza che dietro tutto questo ci sia l'industria automobilistica a stelle e strisce che deve preparare l'ingresso nel mercato di Apple e Google. Possibile, anzi possibilissimo ma non cambia il fatto che le centraline erano farlocche. "Così facevano tutte" citando più Craxi che Mozart, ma se altre case hanno manipolato i dati basta una verifica e verranno (giustamente) colpite. Vi sono milioni di auto in circolazione quindi di prove ce ne sono a bizzeffe. Ma il distinguo più incredibile l'ho appena letto sul "Sette" de "Il Corriere" in un editoriale a firma di Federico Fubini (raffigurato sopra). Il nostro sostiene che la Volkswagen doveva "bluffare" e perché? Perché ha un numero di dipendenti doppio della Toyota Nissan (suo principale concorrente a livello mondiale) e quindi solo vantando dati falsi poteva mantenere l'invidiabile posizione di primo produttore mondiale altrimenti avrebbe dovuto tagliare forza lavoro! Ma dai, Federico, vuoi dirci che questi non erano semplicemente dirigenti assetati di profitto (visto che dalle notevoli vendite si portavano a casa bonus pesanti) ma coscenziosi padri di famiglia che pur di evitare un solo licenziamento hanno accettato "obtorto collo" di truccare le centraline? Sta a vedere che adesso tutta la colpa è dei sindacati.....
Ps giusto per precisione : se vogliamo trasformare i dirigenti VW in martiri teniamo presente cosa dice Wikipedia ossia che il martire è disposto a subire pene corporali o morte, forse neppure loro sarebbero d'accordo.

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