
Il Giobbe di cui parlo è quello della foto, Giobbe Covatta, non il Giobbe biblico, anche perché quest'ultimo con il Natale poco c'entra. Ed in effetti di Natale si parla e allora come si inserisce il barbuto comico (ex?) tarantino? Era il lontano 2006 e pronunciò (vedi) una frase per me storica : "non siamo noi ad essere razzisti, sono loro ad essere napoletani". Oggi direi che non siamo noi (cristiani) ad essere razzisti, ma sono loro ad essere musulmani. Il riferimento è alla notizia (vedi) che nel sultanato del Brunei il Natale non si festeggerà e chi lo vuole ostinatamente onorare dovrà chiedere il permesso alle autorità altrimenti rischia 5 anni di galera (e non vorrei parlare delle carceri di quel paese). Davvero ci vorrebbe una risata ma il fatto è davvero serio visto che non parliamo di quei macellai dell'Isis o dei loro "fraterni" amici dell'Arabia Saudita, ma di un paesucolo da operetta (farcito di petrolio peggio del tacchino di Natale) dove pare che solo il 65% degli abitanti sia devoto all'Islam. Forse il sultano (eh si è un sultanato) non è molto sicuro della fede dei suoi sudditi non avendo colto che anche tra noi cristiani il Natale è divenuto ormai un clamoroso evento commerciale le cui radici religiose sono sempre più spente. Oppure se ne rende fin troppo conto visto che quando soggiorna a Londra indulge spesso e volentieri ai corrotti piaceri che la capitale della perfida Albione può offrirgli. Non tutti i musulmani sono come questo ipocrita (e sono già gentile) sultano ma davvero la società islamica moderata deve darsi una bella smossa prendendo posizione verso atteggiamenti come questo. Noi in compenso non dovremmo far finta di essere tolleranti solo perché questi sultani, emiri, visir, pascià mandano le loro (plurime) mogli a svuotare le nostre boutique di lusso.
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