Non bisognerebbe fare processi alle intenzioni ma prendere per buono quello che arriva. Mi riferisco alla recente decisione del monarca saudita di concedere alle donne la possibilità di guidare! Tutti i fautori del multiculturalismo (tra cui non contate me) hanno applaudito elogiando la decisione che toglie uno dei tanti mattoni che costituiscono il muro che separa i paesi mussulmani (integralisti) da quelli che io chiamo paesi civili (e vi includo anche la nostra malmessa penisola). Ma prima di mettere lo spumante in fresco meglio aspettare un secondo in quanto le prime patenti verranno rilasciate a parte da giugno 2018! Non sono riuscito a capire come mai ci siano così insormontabili problemi ma prendiamone atto, dal prossimo giugno le donne potranno guidare. Ma attenti solo guidare perché (per ora almeno) non possono acquistare un auto, quindi è permesso loro (alle donne) guidare l'auto del marito, del padre, del fratello ma non possono avere una auto di proprietà. Magari è solo una dimenticanza del non proprio giovanissimo sovrano ma per adesso questa è la realtà. Leggendo qua e là ho però trovato una chiave di lettura un po' diversa da quella che attribuiva al re arabo una volontà di ammodernare il paese. Anche la Arabia Saudita sta conoscendo la crisi! Il prezzo del petrolio così basso ha "fiaccato" la loro economia per cui lo stato ha per la prima volta emesso delle obbligazioni. Uno dei primi "segnali" è stato il rallentamento della vendita delle auto e da qui (a pensare male si fa peccato etc etc) nasce la motivazione della concessione della patente al gentil sesso. Si può obiettare che indipendentemente dalle vere motivazioni è comunque una conquista. Giusto ma tutto ha un prezzo e qualcuno ha previsto che Uber potrebbe perdere fino all'80% del suo mercato che era in effetti costituito per la gran parte da signore che non potevano guidare ma potevano pagarsi il taxi. Ma poiché i guidatori di taxi sono immigrati questi sono assolutamente sacrificabili.
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