L'amica Francesca mi pone la questione se le celebrazioni per il 50mo anniversario della morte del Che Guevara siano giustificate. In effetti si riferisce in particolare a quanto apparso su "La Repubblica", quindi un quotidiano allineato a sinistra. Premetto che non credo di avere le competenze da storico e sociologo per affrontare la materia ma ci provo. Partiamo dallo specifico ossia la figura del Che oggetto di un culto forse eccessivo visto che parliamo di un uomo d'armi (come si diceva una volta) che ha difeso una ideologia rivelatasi fallimentare. Ma in un mondo post ideologico la nostalgia è sempre alle porte e qui si arriva al problema generale. "Fortunato è il paese che non ha bisogno di eroi", diceva Beckett che pure di sinistra era. Chiaro che il Che incarna perfettamente una figura (certamente romantica ma non per questo desueta) di eroe. La sua vita e forse ancora di più la sua prematura morte lo proiettano nel ruolo di eroe o persino martire. La gente vuole eroi, non può accontentarsi di calciatori e tronisti e soprattutto vuole qualcuno che combatta per qualche forma di ideale. Non so se si può affermare che oggi non abbiamo eroi contemporanei ma come per i capolavori solo il tempo può distinguere. Per tornare alla domanda della mia amica credo che la figura del nostro Ernesto abbia subito un processo di "beatificazione" forse eccessivo ma dovuto alla mancanza di alternative.
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