lunedì 16 ottobre 2017

Divano

Il divano del produttore è una "simpatica" tradizione di Hollywood sin dai tempi di Mary Pickford. Per cui non è proprio appropriata la sorpresa che troppi hanno mostrato davanti al caso di Harvey Weinstein. Per chi fosse nella stazione orbitante con Nespoli ricordo che si tratta di uno dei produttori più potenti dello show business americano. Sono ormai 40 le donne che lo accusano dimostrando che il corpulento Harvey ne aveva fatto praticamente un metodo (resta da capire però se veniva usata violenza o ricatto). Facezie a parte resta una cosa odiosa ma gli americani sono sempre pronti a crociate morali ma spesso tardive. Infatti tra le vittime illustri si notano sia la Paltrow che la Jolie. Queste sono state in silenzio fino a ieri (peraltro non sono neppure loro ad avere sollevato il polverone) perché? Capisco che una persona non voglia ripercorrere certe situazioni ma avete lasciato che per altri 20 anni altre donne subissero il vostro trattamento senza neppure la consolazione (non da poco) di diventare delle star mondiali. Ripeto il buon Harvey dovrebbe farsi un po' di carcere (se provata la violenza) altro che espulsione dalla Academy ma sono sempre un po' sospettoso della giustizia ad orologeria. Perché in questa storia la politica entra e parecchio. Weinstein ,come da tradizione di Hollywood, è un sostenitore del partito democratico, in particolare di Hillary Clinton (affinità elettive con il marito Bill?) la quale è in super imbarazzo. Ma anche gli Obama che si sono affrettati a condannare il nostro produttore che non sa tenere le mani a posto sembrano essersi dimenticati delle cene con lui nonché del fatto che gli hanno mandato pure la figlia a fare uno stage! Eppure sembra proprio che girassero già delle voci sulle sue cattive abitudini. Ora la compagnia di produzione (che pure ha firmato fior di film) è in cattive acque e pare sarà acquisita da Tom Barrack , patron della Miramax e amico di Trump. Il quale, The Donald, è stato giusto accusato di molestie sessuali da una concorrente di "The apprentice", reality di cui Trump era giudice e che è stato "portato" in Italia da Flavio Briatore! Direi che per gli amanti del complotto ce ne è d'avanzo.

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