mercoledì 22 ottobre 2014

Santadi

Santadi è una ridente (anche se mi sa che hanno poco di cui ridere) località della Sardegna meridionale di poco più di 3500 anime (nella foto la piazza principale). Tra queste poche centinaia di anime se ne trova una la cui "storia" vale (forse) la pena di raccontare. Come riporta "La Stampa" vi è un pensionato che non ha mai lavorato. Assunto in miniera nel 1980 non vi ha praticamente mai lavorato giostrandosi tra malattia (claustrofobia!) e cassa integrazione. Quindi nel 2006 è andato in pensione peraltro in regime solo parzialmente contributivo. Adesso (ma credo anche prima) è un felice musicista jazz. Che ha fatto la memorabile cazzata di raccontare tutto su qualche social network con il risultato di essere divenuto il bersaglio di una serie di insulti da parte di persone che, in una regione con il tasso di disoccupazione che vanta la Sardegna, hanno francamente più di un motivo per arrabbiarsi. Anzi direi che può solo essere contento se non gli tagliano le gomme dell'auto. Ma questa (brutta) storia deve far riflettere. Primo non è certo l'unica, secondo quante persone sono responsabili oltre al nostro jazzista ? Medici, ispettori INPS ma temo anche i sindacati. Questa persona (il jazzista) visti i suoi problemi psicologici (ammesso e non concesso che siano veri) ha diritto ad una assistenza non ad un impiego che non può svolgere. Questa è la grande colpa del sindacato : aver difeso posizioni che non potevano essere difese, per tutelare i diritti di un singolo impostore (probabilmente) abbiamo mandato in malora tutto un sistema. L'ho già detto : non si possono "creare" posti di lavoro se non vi è la logica economica retrostante, si può intervenire con sussidi evitando magari di distruggere territori solo per impiantare fabbriche senza senso di cui la Sardegna è ormai piena.
PS peraltro le persone "sussidiate" potrebbero sviluppare interessi come il nostro jazzista, per approfondire leggete la storia degli "UB40".

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