sabato 21 giugno 2014

Serra

Come già detto durante il weekend leggo giornali cartacei. In particolare "La Repubblica" che contiene "L'amaca" di Michele Serra che considero il mio maestro (ma io non sono l'allievo che lo supera sia chiaro). L'argomento da lui trattato è la sinistra, l'estrema sinistra. Pochi giorni orsono si è consumata l'ultima (in puro ordine temporale), ennesima frattura all'interno della sinistra estrema che oggi è riconducibile a SEL. Che novità chioserà qualcuno ed in effetti la tendenza di questi vetero comunisti (non è corretto definirli così?) è di sfidare leggi della quantistica arrivando a frammentazioni infinitesimali (dopo "one man, one vote" avremo "one man, one (political) party"?). Il punto è che l'estrema sinistra era reduce da un lusinghiero risultato elettorale, quello delle europee, dove usando il "franchise" Tsipras avevano superato la soglia di sbarramento del 4% ottenendo quindi di essere rappresentati al parlamento europeo. E quindi non si dividono a fronte di una sconfitta ma di una vittoria. Il massimo del minimo, posso solo sperare che la spaccatura sia avvenuta in un clima migliore di quello raffigurato ma certo sono ormai convinto che i voti dati a queste formazioni sono davvero voti persi. Va bene la dialettica ma a questi livelli rende semplicemente impossibile qualsiasi azione di governo (anche in senso lato del termine) e quindi non possono che essere condannati ad una opposizione eterna (oltre ad essere fuori dal tempo).

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