Essere agli antipodi è spesso metafora di concezioni opposte ma in questo caso vi è una perfetta sovrapposizione tra geografia e filosofia. Mi riferisco ad una notizia letta su "Repubblica" (domenica edizione cartacea) che riassumo : un cuoco sudafricano si è visto negare il visto in quanto obeso. Il signore in questione pesa 130 chili su un altezza inferiore al metro e ottanta quindi un po' sovrappeso lo è, per cui la Nuova Zelanda (questo è il paese che gli nega il visto) non vuole accollarsi il peso (è il caso di dirlo) delle eventuali cure di cui avrebbe bisogno. Concetto discutibile davvero ma sappiamo che gli ANZAC (acronimo che raggruppa australiani e neozelandesi) sul tema della immigrazione vanno giù abbastanza pesanti. Ma quello che fa davvero notizia è che il nostro cuoco (potremmo invocare la malattia professionale) risiede da ormai 6 anni nel "simpatico" paese posto ai nostri antipodi e quando è arrivato di chili ne pesava 160 ! Certo la Nuova Zelanda si è scoperta sul podio delle nazione obese assieme a Stati Uniti (ma va) e Messico (questo già si può considerare una sorpresa) ma arrivare a queste soluzioni che puzzano di eugenetica ce ne passa. Ma tornando agli antipodi quanta differenza tra noi e loro : nella nostra ormai tropicalizzata penisola si dibatte invece di introdurre lo "ius soli" soluzione illogica proprio partendo dall'esame delle situazione geografica dell'Italia. Ormai sembra che al mondo non esista più la famosa via di mezzo o soluzioni nazistoidi oppure ecumeniche. "In medio stat virtus" ma si sa il latino è una lingua morta.
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