lunedì 8 luglio 2013

Offensiva

Bisogna ammettere che ci vuole un discreto coraggio ad aff(l)iggere un poster di questo "livello" dove al messaggio direi fine ma non finissimo ("te la do gratis") si aggiungepure  il doppio senso ("la montatura"). Qui viene offesa non solo la donna ma anche l'intelligenza dei consumatori che dovrebbero essere allettati a recarsi da un "minus habens" di questo tipo. Ma è innegabile che la donna (o meglio il suo corpo ormai più siliconato di un lavabo) è sempre più utilizzato per pubblicità al limite dell'offesa. Eppure la recente risoluzione del comune di Milano mi lascia molto perplesso. Riassumo : il comune ha stabilito 5 criteri che se non verranno soddisfatti impediranno la pubblicità negli oltre 3000 spazi affissionistici di proprietà (comunale esistono anche privati?). La prima considerazione (battuta?) è che un comune (per quanto importante come il capoluogo meneghino) è una goccia nel mare e rischiamo di trovarci, appena superato il cartello di San Donato (comune limitrofo), "bombardati" da procaci signorine che ci offrono ben di peggio della mela di paradisiaca memoria. No quello che non va è la censura , perchè questi 5 criteri vanno per forza di cose interpretati (da persone) ed è facile immaginare ricorsi, contro ricors,i perizie. Solo complicazioni e pesanti rischi moralisti o peggio oscurantisti , senza considerare la possibile perdita di introiti per il comune. Mi sembra la classica iniziativa bella solo sulla carta (e parliamo proprio di affissionistica). La soluzione è semplice : basterebbe non comperare i prodotti la cui pubblicità sia offensiva. Eppure quest'uovo di Colombo raramente viene applicato e proprio da molte donne stesse. Ma, caro Pisapia, lasciami sbagliare, abbiamo già avuto troppi esempi di questo tipo che hanno prodotto solo dei mostri.

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