martedì 21 settembre 2021

Sottomarini

Quando ieri ho parlato di "Aukus" ho volutamente tralasciato un aspetto assai spinoso della questione : quello dei sottomarini francesi. Il nuovo patto ha fatto saltare un accordo che l'Australia aveva con la Francia per la fornitura di 12 sottomarini, valore circa 56 miliardi di Euro. Ora una cifra del genere non è solo di indubbio rilievo per la Naval Group, preposta alla fornitura, ma pesa anche sulla intera economia francese. E non dimentichiamo lo smacco politico, visto che tale accordo era stato proprio stilato in occasione della visita del presidente francese Macron in Australia nel 2018. Anche qui giova ricordare che il premier australiano Morrison è stato sempre un buon amico di Trump con il quale, invece, il nostro Emmanuel (Macron) ha avuto vari screzi. E forse a conferma di un certo "trumpismo", il premier Morrison ha risposto alla incazzatura dei francesi affermando che la cancellazione del contratto è dovuta a motivi tecnici essendo i sommergibili made in USA a propulsione nucleare più moderni. Ora cercando di essere freddi la prima cosa da considerare è che un contratto è un contratto, mica un matrimonio (e anche quello ...) per cui immagino che esistano penali (se non ci sono i francesi possono solo darsi del pirla da solo). Certo che se il premier australiano si è fatto consigliare da quello inglese, Johnson, allora sì che stiamo freschi visto che lo spettinato Boris è ormai uno specialista nello stracciare contratti già firmati. Ma nella attesa di capire come si evolverà questa querelle (ma la vedo piuttosto grigia) vi consiglio la lettura di questo articolo de "Il Foglio". Il titolo dice già tutto : "L'accordo per i sommergibili nucleari australiani è un disastro". Meglio comunque leggerlo anche se alcune parti tecniche sono ostiche (al meno per me a causa della mia ignoranza in merito). In sintesi l'articolo stigmatizza proprio la scelta australiana di passare al nucleare di cui loro non hanno alcun know how e che quindi li renderà dipendenti da US e UK ma, soprattutto, allungherà moltissimo (parla di decenni) l'entrata in servizio di queste meraviglie della tecnologia. Come si dice la vendetta è un piatto che si consuma freddo, staremo a vedere cosa verrà fuori da tutta questa vicenda ma le premesse per un gran casino mi sembra ci siano tutte.

 

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