martedì 28 settembre 2021

Addio (un altro)

Periodo di addii, questa volta si tratta di una persona e fortunatamente il suo addio non è quello "definitivo". Parlo della raffigurata Angela Merkel che a partire dalle elezioni tenutesi domenica scorsa (per me che scrivo) ha lasciato la politica dopo essere entrata al Bundestag nel 1990. Inutile che sia io a rimarcare la sua importanza ma è già tempo di tirare qualche somma. I risultati parlano chiaro, il partito di Angela, la CDU, ha preso la peggior batosta possibile, è diventato il secondo partito ed è impossibilitato a guidare un nuovo governo (a meno di alchimie assai poco probabili). Francamente non seguo la politica tedesca per cui non so motivare un commiato così poco caloroso degli elettori da Mutti. Non mi sembra che si sia mal comportata in questo periodo di pandemia ma forse è subentrata una certa "stanchezza" nei votanti. Oppure non è stata capace di creare un delfino, qualcuno che potesse raccogliere la sua eredità (in effetti molto pesante). Questo sta diventando un problema di molte formazioni politiche, pensiamo alla nostrana Forza Italia dove Silvio Berlusconi assomiglia sempre più ad Andropov. Ma tornando alla nazione teutonica e alle sue elezioni vi è un altro addio, quello a "Die Linke". Per i non avvezzi alle questioni alemanne rammento che è il partito della estrema sinistra, insomma i comunisti. Non ha raggiunto la soglia del 5% per cui è fuori dal Bundestag. In realtà ci saranno 3 suoi deputati in virtù dei meccanismi di voto tedeschi, ma 3 membri su 735 sono più che una rappresentanza una specie in via di estinzione. E considerata la consistenza dei Verdi sembra difficile che si possa invertire la rotta per cui vi è il concreto rischio di una uscita di scena della sinistra in senso "classico". Vedremo se il tempo ce li farà rimpiangere anche se nel caso di Angela il rimpianto sarà fine a se stesso.

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