C'è poco da fare ironia, caro Donald. Mi riferisco ai tweet di Donald Trump che si fa beffe delle cassandre del cambiamento climatico. In effetti sembra un po' ridicolo parlare di riscaldamento globale quando ti trovi le cascate del Niagara ghiacciate. Ma il buon Donald non ha mai mostrato una particolare finezza di pensiero e si dimentica che oltre a riscaldamento vi è pure l'aggettivo globale. E infatti se nel MidWest stanno battendo i denti in Australia hanno registrato la più calda estate da quando esistono le rilevazioni e come "bonus" adesso sono arrivate piogge monsoniche che non avevano precedenti. Discorso davvero complesso che coinvolge il principio antropico ma credo che ormai solo questi politici miopi e boriosi possono credere che tutto questo succede senza che ci sia la minima colpa da parte degli uomini (ed in particolare degli statunitensi con il loro modello di vita ai limiti del demenziale). Per cui ci sarebbe poco da fare ironia ma occorre "rimboccarsi le maniche" e davvero cercare di cambiare le cose, perché possiamo cambiare abitudini ma non possiamo cambiare pianeta (a meno di credere a quel buontempone di Musk che al massimo salverà qualche multi mega miliardario della Silicon Valley).
A proposito di ironia segnalo il commento di un lettore del New York Times (e presuppongo concittadino di Trump) che si dichiarava a favore di costruire un muro e anche bello alto, molto altro. Ma con il Canada!
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