L'amica Francesca si interroga su cosa stia succedendo a "Repubblica", e la questione merita un approfondimento. Come penso molta gente abbia sentito vi sarà un cambio al vertice del quotidiano romano. Ora la prima cosa che salta all'occhio è la brevità del periodo in cui Mario Calabresi, ormai l'ex direttore, ha ricoperto quella carica. Parliamo di una testata relativamente giovane (nasce il 14 gennaio del 1976) ma che ha avuto solo 3 direttori oltre l'attuale : Scalfari per 20 anni, Mauro per 10 e Calabresi per soli 3. Mentre per i primi due direttori si può anche trattare di puro e semplice "pensionamento" nel caso in questione è un po' complicato essendo Calabresi nato nel 1970. Dal suo scarno comunicato si evince che ci è trattato di una scelta degli editori quindi l'ipotesi di un siluramento (adombrata dalla mia amica) ha più di un elemento a suo favore. Ovvio che i giornali stanno subendo cambiamenti violenti (e dolorosi) perché temo che il modello di business debba essere profondamente rivisto. Repubblica ha avviato una (asfissiante) campagna di abbonamento ma temo non sia così semplice. Peraltro ad aprile 2018 si è insediato il nuovo amministratore delegato del Gruppo GEDI, Laura Cioli, e questo gruppo altri non è che l'"editore". Ma da qui alla rimozione di Calabresi il passo non è breve ed anche la figura nominata in sua vece, Carlo Verdelli, non aiuta a chiarire cosa stia succedendo ossia se parliamo di una "semplice" ristrutturazione o di una notte dei lunghi coltelli. Spero che prima o poi qualcuno sia in grado di spiegare cosa sia accaduto (o cosa stia accadendo) ad una delle principali (e più serie) testate italiane.
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