Quindi la manovra finanziaria è stata approvata dal Senato, intorno alle 3 ... AM! Quindi dopo Natale passerà alla Camera ed il calvario sarà finito per cui il nostro governo simbolo del cambiamento (e dell'armonia aggiungo) potrà lavorare su altri temi come ad esempio quel piccolo problemino del prestito ponte che è l'unico modo per tenere in vita quel mezzo zombie dell'Alitalia. Ma il post di oggi è su un aeroporto (quindi gli aerei un po' c'entrano). Il solito ottimo "IlPost" ci racconta di questo aeroporto nel sud dello Sri Lanka, una struttura di una certa dimensione per giunta internazionale che raccoglie solo qualche decina di passeggeri al giorno! Oddio perché dedicargli un post? Di opere più o meno faraoniche e più o meno inutili siamo ben forniti anche in Italia. Restando nel puro e semplice ambito aeroportuale la Liguria vanta un impianto come quello di Albenga completamente inutile (anche lo stesso scalo di Genova è piuttosto sotto utilizzato). L'interesse non sta nell'opera in sé ma nel fatto che è stata finanziata al 90% dalla Cina. Il tutto si inquadra nella strategia "one belt, one road" con la quale la Cina vuole estendere la sua influenza nei paesi in via di sviluppo tramite la costruzione di infrastrutture ma senza intervenire in modo esplicito da un punto di vista politico. Chiamiamolo "soft power", oppure ti prendo per la gola (che si può leggere in due modi piuttosto diversi) questo è quello che il gigante asiatico sta facendo pesantemente in Asia e in Africa (d'altra parte il mondo è finito a parte i pinguini dell'Antartide). Interessante la chiosa dell'articolo che paragona quanto fatto dai cinesi alla strategia che fu base dell'impero britannico coloniale. Paragone interessante ma certo la strategia molto più soft della Cina rende il confronto un po' forzoso. Se qualcuno pensa che comunque questa manovra alla fin fine non ci riguardi (anche se nel nostro mondo globalizzato bisogna essere un po ingenui) rammento che uno dei tanti "tentacoli" di questa strategia è la Via della Seta (direi 2.0) che prevede investimenti infrastrutturali in tutti i Balcani oltre alla acquisizione di un porto del calibro de Il Pireo.
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