venerdì 2 ottobre 2015

Ladispoli

Il fatto è recente e concomitante con la riapertura delle scuole : in due  scuole elementari di Ladispoli è stato introdotto un corso obbligatorio di rumeno (vedi). Vale la pena ricordare che nella "ridente" cittadina laziale un quinto dei residenti è appunto rumeno. E il problema mi sembra perfettamente analizzato da Massimo Gramellini (quando si parla di maestri) su "La Stampa" : resa culturale o gesto di integrazione? Francamente faccio fatica a pensare che l'integrazione passi da qui. I rumeni sono avvantaggiati (rispetto ad altri) ad imparare la lingua (italiana) per cui non so che senso abbia "facilitarli" imparando noi la lungua rumena. Vero che conoscendo la lingua si capise meglio la cultura di un paese ma allora bisognerebbe pensare anche a corsi "superiori" di storia e letteratura ad esempio. Ma il punto è davvero sintetizzato bene nella fine del post di Gramellini (giuro che non mi paga) : la cosa che non va bene è che il corso è obbligatorio! Infatti se un genitore pensa che sia una resa culturale (e potrebbe non avere completamente torto) non si può obbligarne il figlio a seguire un corso di rumeno. Anche perché l'integrazione avviene già a scuola mescolando i bambini quindi inutile forzare. Forzare, proprio questo è il problema del preside di Ladispoli, promotore di questa iniziativa, forzare gli alunni di quelle elementari a seguire un corso nel nome di una integrazione che si può giustamente definire "forzata". Vediamo tutti i giorni nel medio Oriente i risultati di una democrazia esportata forzosamente....

Nessun commento:

Posta un commento