I grandi soloni che stabiliscono lo spread hanno sempre assegnato alla Francia un valore nettamente inferiore a quello di Italia e Spagna (parliamo di 3 o 4 volte che in percentuale fanno 200% o 300% mica paglia). Forse i loro calcoli basati su numeri nudi e crudi sono anche corretti ma non riescono a fotografare la realtà (per fortuna aggiungo). Credo che molti abbiano visto la foto del direttore del personale Air France sfuggire agli infuriati dipendenti a cui era stato annunciato un taglio di 2900 posti. Nel caso specifico non posso che dire ai dipendenti della compagnia aerea transalpina :" benvenuti nel mondo reale ". Noi "cugini" sappiamo bene che elefantiaci carrozzoni sono le vecchie compagnie di bandiera (non so neppure quanti post ho fatto sulla nostra) per cui se persino Lufthansa soffre c'è poco da fare (se non tagliare). E qui arriviamo al tema di questo post : la dura contestazione dei dipendenti di Air France non è esattamente una novità : ricordiamo scioperi di contadini o camionisti finiti s schiaffoni o molto più recentemente la mobilitazione contro Uber terminata con l'incendio di alcune auto ma l'elenco è ancora lungo. Ora la situazione economica francese è di certo invidiabile ma anche oltralpe dovranno iniziare a tagliare e con questa conflittualità sociale non sarà certo facile alla faccia dello spread.
Ps so di essere scorretto ma devo ammettere che quando ho letto che alla fine il dirigente Air France se l'è cavata con uno spavento (e una camicia strappata) mi è sfuggito un sorriso. Ho pensato che molti manager o politici forse avrebbero bisogno di una "shock terapy" del genere, giusto per rendersi conto che dietro i "numeri " si sono persone.
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giovedì 8 ottobre 2015
Francia
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