giovedì 7 agosto 2014

Ammazza boschi

Qualcuno avrà pensato al ministro Maria Elena Boschi di Montevarchi ma invece parlo proprio dei boschi fatti di alberi e prati (quindi occhio alla "b" minuscola). L'articolo di un altro mio "maestro", Filippo Azimonti contiene una serie di considerazioni davvero interessanti. La prima è di carattere storico riguarda Leandro Alberti (vedi) che già nel XVI secolo lanciava un grido d'allarme sullo sfruttamento dei boschi del Trevigiano, l'altro chiama in causa persino Leonardo da Vinci che aveva progettato di usare proprio l'area di Niguarda proprio per "contenere" le esondazioni del Seveso. E questo tanto per rendersi conto che i fatti recenti hanno radici profonde. Ma quello che davvero merita di esser citato è la affermazione che i danni costeranno molto di più della prevenzione considerando che nel caso di Treviso abbiamo anche vittime. "Prevenire è meglio che curare" si potrebbe cambiare in "Prevenire costa meno che curare" ma il nostro mondo sembra non riuscire più a ragionare che in termini di presente. E parlando di presente il post (da incornicare davvero) parla anche di una recente legge della Regione Lombardia che, non a caso, è stata chiamata "Ammazza boschi" (e qui ci allacciamo al titolo del mio post). In pratica sarà possibile riconvertire dei boschi "abbandonati" in coltivazioni o peggio ancora costruire. L'ipotesi di aggiungere cemento a quello già presente in Lombardia mi sembra ridicola, vista la crisi e la consequente abbondanza di offerta, ma anche l'introduzione di coltivazioni potrebbe essere il preludio a situazioni come quella del Trevigiano dove i principali indiziati del dissesto idrogeologico sono proprio i filari del prosecco. Peraltro la legge rende più semplice organizzare gare di enduro che, lo dico per esperienza giovanile, non sono esattamente salutari per sentieri e prati. Qui mi collego al post di ieri : l'ambiente merita di essere difeso ma bisogna evitare di salvare l'aiuola sotto casa e lasciar tagliare i boschi di mezza Lombardia. Se qualcuno vuole organizzare una gara motociclistica basta che lo faccia secondo regole e che paghi un equo compenso, ma questo significa regole chiare e controlli tutto il contrario di quello che succede da noi.

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