Immagino che molti considerino la posta aerea un retaggio del passato oppure , nella migliore delle ipotesi, un mezzo di comunicazione da terzo mondo (nella mia personale esperienza le uniche missive ricevute in questo secolo tramite posta aerea giungevano dall'Africa centrale o dalla Amazzonia). Errore grossolano perchè le Poste italiane hanno deciso di investire 75 milioni di Euro nella barcollante (per non dire fallita) Alitalia. Guai a vederli come aiuti di stato (anche perchè in quel caso Bruxelles è prontissima a farci il c..o come nel caso della milanese SEA) , si tratta di un piano industriale basato su sinergie evidenti e inoltre non utilizzeremo i soldi dei correntisti. Ora se fossi un utente BancoPosta mi preoccuperei (il classico "non vi è nulla di cui preoccuparsi" allora perchè dirlo?) ma anche sulle sinergie vi è molto da sorridere. L'articolo di Filippo Penati su "La Repubblica" (cartacea durante il weekend la preferisco) fa una analisi lucida e spietata della situazione. Però nello stesso quiotidiano sono riportate anche le dichiarazioni del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi il quale afferma che se avessero lasciato fallire Alitalia allora si che lo Stato sarebbe dovuto intervenire. Purtroppo è vero anche questo perchè stiamo ancora buttando denaro pubblico (che sono risparmi privati però) per sostenere un carrozzone voluto da Berlusconi ma che non sta neppure in piedi (figuriamoci volare). Inutile sterlizzare gli aumenti alle pensioni (cosa di per sè giusta) se poi si continuano a pagare fior di stipendi inutili. Una volta avevamo una compagnia di bandiera, ormai resta solo la bandiera bianca , segno di resa davanti alla evidenza dei fatti.
Nessun commento:
Posta un commento