Come riportato da Ansa , in Eritrea vi è in corso un colpo di stato. Dire che quella parte dell'Africa non ha pace è usare un eufemismo. Non credo che la colpa sia ascrivibile al colonialismo italiano (di cui è raffigurato un "cimelio") e neppure al petrolio (che qui latita come l'acqua peraltro). Di certo l'espansione islamica fa la sua parte ma sciogliere questo nodo è davvero impresa degna di Gordio. Peraltro, nel nostro recente viaggio, abbiamo scoperto che il confine tra Kenya e Somalia è chiuso e, di fatto, i due paesi sono in guerra. Non che la situazione interna della Somalia sia rose e fiori. E non molto lontano vi è il Darfur paese che non credo abbia completamente risolto i suoi "problemucci". Se poi ci spostiamo verso ovest ci troviamo nella zona ex-colonie francesi dove il petrolio fa la parte della classica coda del diavolo. Basta citare la Nigeria senza dimenticare il Mali oggi alla ribalta della cronaca. Direi che questo post sarebbe l'incubo dell'ufficio turistico dell'Africa sub-sahariana ma temo che sia addirittura lacunoso. Come lacunosa è la nostra conoscenza (o forse dovrei dire percezione) della situazione che ci sembra remota ma purtroppo non lo è più.
Le lacune sono forti anche nel giornalismo e non semplicemente sulle cause di questi "dissidi". Repubblica ha recentemente scritto "un soldato malese" ... quello che si spartisce la gloria con Sandokan ....
RispondiEliminahttp://video.repubblica.it/rubriche/il-mondo-in-un-minuto/il-mondo-in-un-minuto-22-gennaio-2013/117023?video=&ref=HRESS-17
RispondiEliminaops non ho inserito il link della lacuna!