In questi giorni si parla molto di giustizia, segno evidente che i vaccini stanno facendo (egregiamente il loro mestiere). Una vicenda che grida abbastanza vendetta (anche se la vendetta è antitetica alla giustizia per molti versi) è quella di ASPI, ossia Autostrade per l'Italia. Come racconta "Il Fatto Quotidiano" il controllo della società posseduta dai Benetton passa nelle mani della Cassa Depositi e Prestiti, a tutti gli effetti torna nelle mani dello stato. Come riporta l'articolo questo fatto non ha alcun impatto con il processo in corso per il crollo del ponte Morandi che provocò 43 morti. Teniamo presente che la vendita avviene in regime di plus valenza quindi non vi è stata alcuna punizione per gli azionisti mentre i manager si sono pure aumentati lo stipendio. Quando molti tuonano contro la casta (e fanno bene) non dovrebbero scordarsi che i politici sono alla fin fine esposti, cosa che non si può dire di questi manager. Ma il punto è che la gestione delle autostrade torna in mano pubblica, notizia accolta con grande entusiasmo da M5S ma i cui effetti sono tutti da capire. Chi ha qualche annetto come me ricorda benissimo le aziende statali e para statali, carrozzoni inefficienti e arroganti. Certo qualche decennio di privatizzazioni non hanno fatto esattamente dei miracoli per cui oggi si assiste a qualche marcia indietro ma solo il tempo valuterà. Forse siamo di fronte ad un effetto pendolo o, per usare termini un filo più "tecnici", a corsi e ricorsi. Ma oggi ammetto di masticare amaro pensando al fatto che questi signori per lasciare il controllo delle autostrade abbiano pure preteso una plusvalenza. Certo, come detto, resta il processo ma questo non può riguardare che il management e bisogna davvero sperare che la giustizia riesca a fare il suo lavoro.
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