mercoledì 22 agosto 2018

Alex Jones

Forse il nome di costui non vi fa suonare nessun campanello ma il signore è una vera star (diciamo così) di teorie di complotti e "fake" (vedi). Tra i grandi "gomplotti" vi è il falso allunaggio (eh vabbè) ma  che il massacro di Sandy Hook (vedi) fosse un falso è dura da mandare giù. Ma ovvio che un gaglioffo del genere incappa pure in qualche clamorosa "fake" come nel caso del "Pizzagate" (su una presunta rete di pedofili) su cui ha dovuto fare pubblica ammenda (vedi). Il signore in questione nasce come conduttore radiofonico ma è sui social che spopola andando ad alimentare quelle coorti di imbecilli tanto care a Umberto Eco. Da pochi giorni i podcast di costui sono stati cancellati (bannati per essere più alla moda) da Youtube  (di Google) e Itunes (di Apple) dopo che il nostro Alex era già stato bloccato su Twitter e Facebook. E così i cosiddetti GAFA (vedi) hanno praticamente eradicato Alex Jones dalla Rete (manca Amazon per essere esatti ma poco cambia). Bene è stato il mio primo pensiero ma poi qualcosa ha cominciato a non piacermi. Per carità un pirla come questo non varrebbe neppure la pena di cancellarlo anche se gente come lui alimenta strampalate teorie come quelle sui vaccini o le scie chimiche. Ma il problema è un altro, il problema è nel potere che ormai queste entità tecnologiche hanno, potere che devono in qualche modo gestire arrivando ad applicare censure ma questi censori sono completamente impersonali e rispondono solo a loro stessi. Situazione potenzialmente assai pericolosa anche perché meglio non dimenticarlo queste aziende sono assolutamente volte al profitto. Forse il "vecchio" Far West che era internet permetteva appunto a gente come Alex Jones di prosperare ma questo nuovo "ordine" non mi lascia del tutto tranquillo.

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