venerdì 15 settembre 2017

Poste


Le Poste italiane sono sempre state una croce e delizia del paese, capillari ma non certo efficienti e troppo spesso ricettacolo di impiegati perdigiorno. Oggi però la necessità di andare in posta è drasticamente ridotta anche se noto sempre una discreta presenza di persone negli uffici postali (almeno quelli di Milano). Ma se vi trovate nella necessità di andarci vi do un consiglio (almeno ai milanesi) : evitate l'ufficio di viale Monte Nero 17, in particolare una delle impiegate (mi spiace non ho il nome). Sentite cosa è successo a mia moglie. Qualche giorno or sono ha ricevuto un rimborso IRPEF dalla agenzia delle entrate. La modalità di riscossione è tramite bonifico o direttamente in posta. La prima si rivela piuttosto ostica perché presuppone una registrazione al sito della Agenzia delle entrate davvero poco "user friendly". E allora la sventurata (mia moglie) pensa : "abbiamo un ufficio postale sotto casa vado lì". Ma non aveva fatto i conti con l'impiegata (forse facente parte di una categoria protetta, ma come dicono gli inglesi "stupidity is not a disability"). Per ottenere il rimborso bisogna presentare l'avviso, un documento di identità e il codice fiscale. Al momento di dare il codice fiscale l'impiegata afferma : "questo codice fiscale non è corretto, non posso procedere". Mia moglie non ha avuto la prontezza di rispondere : "la ringrazio per la segnalazione, ma con il dovuto rispetto me ne fotto, proceda". Perché l'assurdità della cosa è che tutto questo si è svolto senza che l'impiegata provasse ad impostare l'operazione sul terminale. No, la minus habens allo sportello quando ha visto che mia moglie ha un doppio nome (triplo per l'esattezza) sul documento ha pensato che per il "calcolo" del codice fiscale ci volesse anche una consonante del secondo ma non è così, o almeno non lo è nel caso di mia moglie come recita Wikipedia (ricordatevi ogni tanto di inviargli qualche copeco). Risultato mia moglie è uscita scornata ma nel limitrofo ufficio postale di via Sabotino ha completato l'operazione senza problemi. Qualcuno obietterà che si trattava di qualche decina di euro e scrivere un post per un errore è eccessivo. Beh non è così, l'impiegata non si è sbagliata ha "semplicemente" presupposto di sapere come funzionano le cose e rammento a chi non frequenta più il catechismo che la superbia è un peccato capitale. La signora meriterebbe ben di peggio che essere oggetto di un post.

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