La situazione francese (l'ho già detto) è davvero complicata, e purtroppo non mi riferisco al recente attentato di Nizza (sarebbe troppo facile). Per alcuni versi però il fatto di cui parlo ha certamente dei legami con la tragica sera del 14 luglio sulla "Promenade des Anglais". La notizia riportata da "Il Post" riguarda la recentissima approvazione della riforma del lavoro. La Francia ha un mercato del lavoro estremamente rigido e sindacalizzato (e direi che le due cose marciano di pari passo) e il suo livello di imprenditorialità forse il più basso europeo. Un cocktail abbastanza esplosivo anche perché il processo di delocalizzazione e di deindustrializzazione non è reversibile per cui una riforma del mercato del lavoro (e delle pensioni aggiungerei) non era questione di se ma di quando, e quando significava al più resto. Ed il 21 di luglio (giusto una settimana dopo i fatti di Nizza) è stata approvata. Ammetto di non avere una conoscenza profonda del testo ma mi sembra tutto sommato una riforma abbastanza "leggera", noi dalla altra parte delle Alpi abbiamo subito ben di peggio. Quindi tutto bene? Non proprio perché questa riforma non è stata votata dal Parlamento! Il premier Manuel Valls ha usato una norma piuttosto oscura che gli ha permesso di "bypassare" il Parlamento. Oddio in Turchia vediamo ben di peggio ma non la vorrei certo usare come parametro di democraticità. Se vi erano già stati scontri (non politici, di piazza) posso solo credere che questa riforma, approvata in questo modo oltretutto, creerà un bel casino. E la Francia rischia così di essere paralizzata da qui alle sue elezioni presidenziali (aprile 2017), il cui esito è quanto mai incerto. E invece avremmo bisogno di una Francia forte per affrontare i prossimi mesi che saranno cruciali per la UE.
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