
Forse qualcuno ha pensato all'Iran in termini ottimistici dopo la fine dell'embargo. Le immagini di giovani festanti per le vie della capitale facevano sperare in una nuova "stagione" dei rapporti tra Occidente e il regime degli ayatollah ma come dice il proverbio "il lupo perde il pelo ma non il vizio". Certo qualche decina di ragazzi ha salutato la "riconciliazione", abbiamo visto foto di feste che nulla avevano da invidiare ai party in piscina californiani ma l'Iran è un grande paese quindi non bastano un pugno di giovani ricchi a dettare la mentalità e certe ruggini non si cancellano facilmente. Ed infatti l'amico Maso mi sottopone questo articolo del Guardian dal quale scopriamo l'Iran ha aggiunto 600mila dollari alla taglia (la famigerata fatwa) che pende sulla testa di Salman Rushdie per la faccenda dei "versetti satanici" (vedi) portandola così a superare i 3milioni (avete letto bene tre milioni) di dollari. Nell'articolo del Guardian viene anche "riepilogata" la striscia di sangue che ha provocato la fatwa lanciata da quel simpaticone di Khomeini ben 27 anni fa, e che, tanto per non sbagliarsi, è stata riconfermata da Khamenei nel 2008. Un effetto collaterale di questo accanimento è stata la rinuncia dell'Iran a partecipare alla Fiera del Libro di Francoforte in quanto Rushdie era tra gli ospiti. Vale la pena notare che il paese "ospite d'onore" dell'ultima fiera era l'Indonesia, il più grande paese islamico al mondo, che non ha accolto l'invito dell'Iran a disertare la manifestazione. La strada per trovare un coesistenza pacifica con l'Islam è davvero ancora lunga e irta di difficoltà.
Nessun commento:
Posta un commento