Alla fine l'Europa dei 28 ha calato le brache e ha ceduto in pratica su tutta la linea alle richieste britanniche. D'altra parte se non si poteva (non si poteva?) immaginare un Europa senza la Grecia, figuriamoci senza la Gran Bretagna. Ma per evitare di perdere la perfida Albione perdiamo l'Europa. Nel caso della Grecia, problema tuttora irrisolto, non si è scardinato il principio (peraltro debole) che tiene unita l'unione mentre nel caso britannico si recede dal progetto di avere una unione sempre più stretta (almeno per lei ma il precedente non può restare unico "by definition"). Quindi si mina alla base la costruzione europea concedendo alla Gran Bretagna (tra i vari punti) di tenersi la sterlina e di non sottostare a certi controlli bancari (leggasi mafiosi russi o emiri in odore di terrorismo wellcome to London). Quasi un paradosso che si sia ceduto proprio sull'unico terreno in cui l'Unione Europea diciamo funziona, ossia quello delle banche (ah scusate dimenticavo, la UE si occupa molto seriamente anche della composizione del cioccolato). Allora alla fine ha vinto Cameron, il premier inglese? Forse non è così semplice perché pare che gli euroscettici siano comunque in vantaggio, e come dargli torto? In un Europa così hanno ben poche ragioni per starci.
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